Arredamento d'interni fra lusso e neo-estetica. Il Salone ridisegna la casa contemporanea

Salone del Mobile 2019: domenica apertura al pubblico in Fiera Milano. Novità e tendenze, a volte sorprendenti, dell'interior design

Arredamento d'interni fra lusso e neo-estetica. Il Salone ridisegna la casa contemporanea

Evoluzione e tendenze del mobile e dell' arredamento: dagli ambienti ai singoli pezzi come divani, poltrone, sedie; dal classico al luxyry fino al moderno, alle reinterpretazioni di oggetti iconici e ancora grande attenzione alle finiture e ai materiali; le nuove frontiere della luce e quelle dell’ufficio che quest’anno propone la chiave interpretativa contemporanea dei big del settore. Visitare il Salone del Mobile.Milano 2019 è davvero un grand tour di scoperta del bello e del ben fatto italiano e straniero anche per i visitatori non professionali. Il Salone è infatti aperto al pubblico anche domenica 14 aprile. L'ingresso è a pagamento con registrazione obbligatoria al momento dell’acquisto della tessera valida solo per l’ingresso sabato o domenica. Prezzo on line per un ingresso 25 euro, prezzo fiera 29 euro (bambini 10-13 anni 5 euro). Il SaloneSatellite con i progetti dei giovani designer è aperto al pubblico con ingresso gratuito da Cargo 5.

Tante e tendenze che proiettano lo stile dell’abitare in prodotti e visioni che segnano l'evoluzione dell'arredamento d'interni. Vediamone alcune.
Le produzioni di design 2019 propongono due ipotesi diverse. Da un lato l’idea di comfort e lusso, spesso con richiami agli Anni Cinquanta con decor sofisticati realizzati tenendo conto della resa atmosferica dell’insieme, in continuità con la grande tradizione italiana dell’interior decoration. È il caso di aziende come Giorgio Collection, Annibale Colombo e Baccarat La Maison che condividono i padiglioni xLux dove spicca in generale la cura di ogni dettaglio, di ogni materia attentamente selezionata per proporre compiutamente un’idea complessiva di lusso e raffinatezza.
L’altra, un nuovo valore attribuito alla “imperfezione” ovvero a tutti i processi artigianali dove si ritrova, ad esempio - ma questo è un tratto comune con il lusso - il ricorso all’oro o al color “oro”, in tutte le sue sfumature di dettaglio e preziosità visiva: dall’ottone invecchiato al luccicore più deciso, dalla foglia stesa a mano alle verniciature da carrozzeria, l’importante è che di oro si possa parlare. Persino nell’outdoor, nella collezione “Solanas” di Daniel Germani per Gandia Blasco, l’oro diventa improvvisamente un colore di riferimento.

E a proposito di outdoor la novità è che sta diventando uno status symbol tanto che aziende leader nella produzione dell’imbottito, come Flexform, propongono intere collezioni da esterni, nello specifico con il design “classico” di Antonio Citterio. Un’altra realtà, celebre per la qualità delle finiture come Giorgetti, si è invece affidata, per le collezioni da esterno, alla coppia Palomba Serafini che hanno citato la divina Eileen Gray disegnandola collezione “Break”. Indoor e outdoor si interfacciano: da Glas Italia il duo Yabu Pushelberg, con studio a New York e Toronto, presenta grandi “vasche” in cristallo con funzione di terrario-fioriera. Si attinge anche dalla cultura del wallpaper con macro pattern vegetali, dove palme e ficus introducono negli ambienti abitati l’illusione di una natura incontaminata. Lussureggiante, ad esempio, “Wonderlust” di Marcel Wanders per Londonart. E ci sono grandi immagini di animali (Wall&Decò) e soggetti bucolici, dalle settecentesche toile de jouy alle “pastorellerie” da Gran Tour.
Materiale dell’anno: le tappezzerie come espressione di arte ambientale per tutti. Ecco allora la proposta da Jannelli&Volpi, con “A tribute to Kandinsky”. Rosita Missoni per MissoniHome assume le cromie naturali come tema dominante delle nuove collezioni 2019 ad esempio con il bellissimo “Winter Garden”.

Il furniture design riserva altre sorprese coniugando sofisticatezza e un disegno più semplice. Ricerca in cui è impegnata Artek, con la sedia Atelier, progettata per il Nationalmuseum di Stoccolma da Taf Studio, e ancora Lema, con il segno minimo della consolle “Ella” di David López Quincoces. In questa tendenza, possiamo inserire la poltroncina “Kay Lounge” disegnata da Jean-Marie Massaud per Poliform e il divano “Trigono” di Michele De Lucchi per Alias. Alla stagione essenziale del design americano Anni Cinquanta, guarda Rodolfo Dordoni con “Tusa”, poltroncina prodotta da Zanotta. E ancora la poltroncina “200” di Michael Anastassiades per Gebrüder Thonet Vienna, rilettura degli intramontabili arredi in faggio curvato.

In questo Salone in cui spiccano anche le riedizioni, ci si ispira a modelli che hanno fatto scuola, come quella del Bauhaus movimento nato cent’anni fa che ha ispirato Knoll International. Tra gli omaggi stilistici al Bauhaus la poltrona “Lull” Nicola Gallizia per Porro. Ispirazione anche dalla scuola danese con la ricerca condotta da Carl Hansen&Son che ha portato al recupero dell’iconica sedia CH30, disegnata da Hans J. Wegner nel 1954, e della poltroncina “Contour” (1949) di Børge Mogensen in legno massello e multistrati curvato. Fredericia 1911 ha, invece, analizzato gli archivi del danese Jens Risom, scomparso centenario nel 2016, rieditando alcuni capolavori dimenticati come il tavolino “Magazin”. Poltrona Frau prosegue invece l’opera di analisi del corpus progettuale di Gianfranco Frattini, proponendo la libreria da centro girevole “Turner” (già modello “823” del 1963) che è una vera e propria invenzione tipologica.

Il neo-estetismo porta ad altre riedizioni particolari come gli attaccapanni da muro “Calvet” progettati da Antoni Gaudì nel 1899 e oggi riproposti da BD Art Editions. A lot of Brasil con la collezione di panche “Amazonia”, fa riferimento al grande Alessandro Mendini, da poco scomparso, caposcuola assoluto di una tendenza di “dissacrazione estetica”. Come William Sawaya, per Sawaya&Moroni, con le credenze, decorate a tarsie optical in polipropilene, intitolate “Alessandro I”, “Alessandro II” e “Alessandro III”.

Altra “rivoluzione creativa” importante riguarda le superfici degli oggetti e la loro estetica che diventa sempre più centrale. Così il proliferare di vene, brecce, macchie, ossidazioni, innesti, intarsi superano i materiali più tradizionali come il marmo bianco di Carrara o il legno di rovere rigatino e laccature neutre.


Fanno la loro comparsa anche soluzioni inedite come la resina colorata battezzata da Antonio Lupi “Cristal Mood” o il “Marmor Natum”, marmo scomposto e poi ricomposto in minuscoli intarsi da Gwenael Nicolas per Budri. Kartell, con la collezione “Smart Wood” di Philippe Starck, riesce a trasformare, attraverso un procedimento brevettato, una realtà antica come il legno in una materia ad alta prestazione industriale.

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