Preso Vincenzo Inquieto, braccio destro del boss dei Casalesi Zagaria

Il 51enne originario di Aversa (CE) è ritenuto responsabile di associazione per delinquere di tipo mafioso

Preso Vincenzo Inquieto, braccio destro del boss dei Casalesi Zagaria

Nella serata di ieri, all’interno dell’aeroporto internazionale di Capodichino, la Dia di Napoli ha eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale della custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, Ufficio GIP, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che ha coordinato l’intera attività investigativa, nei confronti di Vincenzo Inquieto, 51 anni, originario di Aversa (CE), perché ritenuto responsabile di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso, nello specifico della fazione del clan dei casalesi, guidata dall’ex superlatitante Michele Zagaria, arrestato a Casapesenna nel 2011.

Le attività d’indagine, che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali (con la collaborazione del Nic della Polizia penitenziaria per le attività di specifica competenza), di accertamenti patrimoniali e bancari e delle significative propalazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare che i principali affari del clan dei casalesi sono stati gestiti, negli ultimi anni, da un nucleo delinquenziale di imprenditori aggregatosi soprattutto attorno alla famiglia Zagaria. In tale contesto, è emerso come i componenti della famiglia Inquieto (con particolare riferimento ai fratelli Nicola e Vincenzo) siano stati tra i più vicini a Michele Zagaria, avendone retto per anni la latitanza. Vincenzo Inquieto, infatti, veniva tratto in arresto il 7 dicembre 2011 insieme al boss Zagaria, proprio per aver favorito la sua lunga latitanza. Condannato per favoreggiamento aggravato a 4 anni di reclusione, lo stesso Vincenzo Inquieto veniva scarcerato il 26 aprile 2015 per espiazione della pena.

Il suo ruolo è stato anche quello di coadiuvare il boss nelle relazioni esterne: riceveva ed inviava “pizzini” per conto del latitante ed interagiva con gli altri componenti della famiglia Zagaria. Più in particolare, le attività consentivano di ricostruire come Vincenzo Inquieto, fino al 2011, attraverso due aziende, operanti entrambe nel settore edile, idraulico ed elettrico e della distribuzione del gas, venisse favorito nell’affidamento di commesse pubbliche e private, nell’intero agro aversano, per intercessione del suo capo Michele Zagaria.

L’operazione della Dia segue quella del 12 aprile 2018 quando, in esecuzione ad un analogo provvedimento restrittivo, fu tratto in arresto, a Pitesti, in Romania, su ordine della magistratura italiana, Nicola Inquieto, fratello di Vincenzo, poi condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli Nord a 16 anni di reclusione lo scorso maggio, per la partecipazione al sodalizio casalese, fazione Zagaria. In quel contesto, fu eseguito uno dei più importanti sequestri operati dalla magistratura italiana all’estero. In quell’occasione fu arrestato anche un altro fratello Inquieto, Giuseppe, poi assolto.

Dopo l’arresto del fratello, Vincenzo, che si era trasferito a Pitesti a seguito della sua scarcerazione, era diventato il nuovo rappresentante della famiglia Inquieto in territorio romeno, dove dimorava ormai stabilmente, facendo raramente rientro in Italia.

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