Arriva la conferma dell'Ocse: "Il Pil italiano cresce poco"

Interim Economic Outlook dell’Ocse rivela le stime di cresicita dell'Italia che si attestano all'1 per cento. Troppo poco rispetto alle altre economie

Arriva la conferma dell'Ocse: "Il Pil italiano cresce poco"

"La crescita resterà solida in Germania e proseguirà a un passo lento in Francia e Italia". È quanto si legge nell’Interim Economic Outlook dell’Ocse. Il rapporto rivede comunque al rialzo l’incremento del Pil italiano nel 2017. La nostra economia salirà quest’anno dell’1%, contro lo 0,9% previsto dalla stessa Ocse nell’Outlook di novembre e in linea con l’Economic Survey di metà febbraio. Per il 2018 la previsione dell'Ocse è di una crescita dell’1%, stima invariata sia rispetto a novembre, sia rispetto a febbraio. Il governo, nel Documento programmatico di bilancio, stima una crescita del’1% per il 2017 e dell’1,2% per il 2018. E a commentare i dati Ocse che fotografano un'Italia in affanno è Renato Brunetta: "Dati Ocse, Italia ultima tra i grandi
Paesi europei per quanto riguarda la crescita, non solo dell'anno 2016, che si è già chiuso, ma anche del 2017 e del 2018. Un dato certamente non positivo, anche in ragione dei problemi di bilancio che il nostro Paese ha: deficit e debito". Per questa ragione, aggiunge, "non si capiscono le proposte ottimistiche del premier Gentiloni: dove troverà i soldi per ridurre il cuneo fiscale? Dove troverà i soldi per rinnovare il contratto del pubblico impiego? Dove troverà i soldi per azzerare la clausola di salvaguardia? A meno che Gentiloni non voglia ridurre le tasse e
aumentare le tasse, cioè portare l'Iva al 24%, e con questo dare altre mance in stile Renzi? Ecco, se continua con la linea delle mance finirà com'è finito Renzi, cioè male. Finirà male per lui e per l'Italia". Su questo, conclude, "chiediamo che il presidente Gentiloni venga in Parlamento a dirci cosa vuol fare.

Così come chiediamo al ministro Padoan di dirci cosa fare con Consip, perché non è possibile che dopo tutto quello che sta succedendo l'amministratore delegato, il presidente e nel Consiglio di amministrazione rimangano tutti al loro posto. Non è possibile, né accettabile".

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