Il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi, che è un cardinale della Chiesa cattolica ed arcivescovo di Bologna, ha operato una prima ed importante mossa, peraltro poco dopo essere stato scelto da papa Francesco: un documento che ha la finalità di tutelare i minori.
Il dramma della pedofilia nella Chiesa è una delle urgenze che il neo-vertice della Conferenza episcopale italiana è chiamato ad affrontare. E quanto annunciato oggi sembra andare proprio in quella direzione.
Il capo dei vescovi ha disposto, così come ripercorso dall'Ansa, attraverso un testo ufficiale "cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno". Le novità più rilevanti sono essenzialmente due: una riguarda il numero dei Centri d'ascolto presenti su tutto il territorio nazionale. Gli stessi Centri che sono destinati ad aumentare. L'altra, invece, è relativa ad un report che dovrebbe essere pubblicato ogni anno e che rappresenta un'innovazione rispetto a quanto predisposto sino a questo momento dagli ambienti ecclesiastici del Belpaese.
Nel documento, si legge che la Cei vuole "attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni, e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede".
Zuppi, nella conferenza stampa attraverso cui ha fatto presente quanto deciso, ha anche detto che la Chiesa cattolica non vuole fare "resistenze" rispetto alla tragedia degli abusi. Anzi, il cardinale, escludendo l'esistenza di queste "resistenze", ha sintetizzato tutto in questa maniera: "Vogliamo prenderci le botte che meritiamo".
Questo report - che per Zuppi è un atto dovuto alle vittime - dovrebbe divenire pubblico entro il mese di novembre.
La parola d'ordine rilanciata dall'arcivescovo di Bologna più volte è stata "serietà". Ma il cardinale ha anche posto un accento sugli abusatori, ricordando come la Chiesa cattolica sia "madre" e come anche gli "abusatori" siano "figli nostri". Quanto annunciato ha comunque sollevato più di qualche polemica. E questo perché non tutti ritengono che le novità della Cei in materia d'abusi comportino sul serio qualche cambiamento drastico ed efficare.
Stando sempre a quanto riportato dalla fonte citata, è intervenuta l'associazione Italy Church too, per il tramite di Ludovica Eugenio che è la portavoce della realtà: "La nostra lettera in cui chiedevamo risposte chiare sul tema degli abusi a partire dalla creazione di una commissione d'indagine indipendente non ha avuto ancora nessuna risposta dalle istituzioni - ha esordito - ". E ancora: "Abbiamo aperto anche un canale pec, controllato un'ora fa. Qualunque risposta arrivi dopo capite che lascia il tempo che trova.
La nostra battaglia va avanti in forma rinnovata - ha osservato - , le cose si stanno mettendo così anche sotto la nuova presidenza del cardinale Zuppi che di passi avanti ne ha fatti parecchi in tanti sensi ma su questo evidentemente non ce ne sarà alcuno".Insomma, la mossa di Zuppi non soddisfa chi pensa che per abbattere la piaga della pedofilia nella Chiesa cattolica occorrano altre misure ed un altro atteggiamento.
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