Giallo sul fermo dell'uomo immortalato nel video sulla strage di Brindisi. Prima è uscita la voce che l'uomo era stato individuato e che, nei suoi confronti, erano in corso i controlli di rito. Poi la direzione distrettuale antimafia di Lecce, attraverso il procuratore Cataldo Motta, ha fatto una precisazione: "Non abbiamo trovato nessuno. Stiamo interrogando decine di persone, lasciateci lavorare". Gli inquirenti ribadiscono che ogni segnalazione così come ogni ipotesi investigativa deve essere verificata con estrema attenzione.
Perquisizioni e interrogatori
C'è stata grande agitazione nel rione Sant’Elia di Brindisi, dopo la perquisizione che le forze dell'ordine hanno fatto nell’abitazione di un uomo, sospettato di essere il presunto attentatore. A quanto si apprende l'uomo è un elettrotecnico, definito da chi lo conosce molto schivo e solitario. Gli investigatori lo hanno riconosciuto, grazie al video che lo ritraeva, anche perché ha una menomazione fisica alla mano destra. Nel fotogramma della telecamera lo si vede azionare il telecomando con la mano sinistra, mentre quella destra sembra quasi immobile. Il fratello del sospettato è stato portato in questura per un interrogatorio.
L'ex militare dell'Aeronautica Raffaele Niccoli, portato in questura l'altra sera perché somigliante all’autore dell’attentato, è stato interrogato per diverse ore. Ma nei suoi confronti non è stata avanzata alcuna ipotesi di reato.
La persona portata oggi negli uffici della polizia per essere sentita "come testimone" - spiega il capo di gabinetto della questura di Brindisi, Anna Palmisano, ha lasciato in serata la questura. Sempre la Palmisano ha fatto sapere che non ci sono. né ci saranno in serata, delle grosse novità e che si continua a lavorare su diversi fronti.
Un video ha immortalato il killer
Si è posizionato dietro al chioschetto che vende panini e bibite, a una ventina di metri dall'ingresso della scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Si è messo lì in attesa di mettere in atto il suo piano folle, premendo quel tasto che ha innescato le tre bombole di gas esplose al passaggio di un gruppo di studentesse. Una telecamera lo ha ripreso. Potrebbe essere lui il mostro, l'uomo che ha fatto scoppiare l'ordigno causando la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre studentesse. I fotogrammi tratti dal filmato in possesso agli inquirenti sono un po' sfuocati, ma i Ris sono al lavoro per "ripulire" il video e rendere nitide le immagini con il volto dell'attentatore.
Dal video si vede che il presunto killer è un uomo, tra i 50 e i 60 anni. Indossa una giacca scura, pantaloni chiari e scarpe da ginnastica. vestito come un uomo qualunque. Il filmato lo immortala negli attimi che precedono lo scoppio, da quando aziona il telecomando a quando si allontana. Non è detto che sia la stessa persona che ha confezionato l'ordigno, collegando tra loro tre bombole di gas inserite in un contenitore di plastica simile a quello della raccolta differenziata, e predisponendo un congegno, attivabile a distanza, per farle esplodere.
La bomba e il telecomando
Secondo gli inquirenti chi ha preparato la bomba si intende di elettronica e sapeva bene che l'ordigno avrebbe avuto una potenza devastante. Quasi impossibile, dunque, che si sia trattato di un atto dimostrativo sfuggito di mano. Chi ha preparato quella bomba voleva uccidere. E purtroppo ci è riuscito. L'ordigno, azionato da un telecomando, è esploso proprio mentre in quel punto passavano le studentesse di Mesagne, da poco scese dal pullman, intorno alle 7.45.
Secondo gli inquirenti l'uomo che ha seminato la morte conosce bene il territorio: lo si evince dalla disinvoltura con cui si è mosso vicino alla scuola la notte prima della tragedia, posizionando l'ordigno. Dovrebbe trattarsi di una persona robusta, visto il peso delle tre bombole. Ma è possibile che qualcuno lo abbia aiutato.
Due persone sospettate
L'attenzione degli inquirenti si starebbe concentrando su due persone, anche se al momento non ci sono indagati. Nella notte è stata interrogata una persona: è un rivenditore di bombole a gas.Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri sottolinea che "lo Stato c'è. Siamo pronti tutti insieme per lavorare il bene per il territorio per dare risposte".
Mostrare qul video è rischioso?
"E' possibile che avere pubblicato questo video abbia danneggiato le indagini, ma è una mia valutazione personale", dice il procuratore capo della direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta. Lo fa rispondendo a una domanda, su Radio24, sulla divulgazione delle immagini che ritraggono l'attentatore. La frase di Motta rinfocola il tema delle polemiche tra procure. Sul video il capo della Dda precisa un dettaglio importante: "Il fatto che sia stata una persona a compiere l'atto finale non esclude che dietro ci possa essere una struttura organizzata. A mio avviso è difficile che quest'uomo possa avere realizzato un attentato del genere da solo. Ma è prematuro dirlo. Quel filmato pubblicizzato è un punto di partenza importante".
Severino ai giornalisti: grazie per non aver mostrato il volto
Il ministro dell'Interno Paola Severino, parlando ai giornalisti alla prefettura di Brindisi, li ha ringraziati "per non aver pubblicato il volto dell’attentatore, grazie per non aver mostrato per intero quel video", sottolineando il forte "senso di responsabilità" su indagini delicate e difficili.
Grasso: reato con finalità di terrorismo
Cambia il reato ipotizzato per l’attentato di Brindisi: da strage ora si indaga per strage aggravata dalla finalità di terrorismo. Lo rende noto il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso: "Tolta l’ipotesi del fine personale nei confronti delle vittime -non c’è dubbio che qualsiasi altra ipotesi ha un effetto di terrorismo sia che venga fatto da un singolo isolato, sia da un pazzo, sia da un’organizzazione eversiva, dalla mafia o dalla Sacra Corona Unita. In ogni caso - ha concluso - l’effetto è terroristico, intimidatorio e questo produce la competenza della Procura distrettuale Antimafia o di quella competente per atti di terrorismo".
"Perso un vantaggio con la diffusione delle immagini"
"Avevamo un grosso vantaggio che forse abbiamo un po' perso. La colpa non è di nessuno", ma "sarebbe stato meglio che quelle immagini non fossero già uscite", ha sottolineato Grasso. Il procuratore nazionale antimafia sottolinea che "sarebbe stato oggettivamente un gran vantaggio" per gli investigatori che il responsabile della tragedia non sapesse dell’esistenza delle immagini.
Lutto cittadino a Brindisi
"Il comune di Brindisi e l’intera cittadinanza porgono l’estremo, affettuoso saluto a Melissa, esprimono i sentimenti più profondi di dolore e solidarietà alla famiglia ed assumono l’impegno solenne di farsi
perdonare". È il testo del manifesto fatto affiggere dal sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, in concomitanza con i funerali di Melissa (oggi alle 16 a Mesagne). Il sindaco aveva già proclamato per oggi il lutto cittadino.
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