Attenti ai calci nel sedere

Seppur noioso, trovo legittimo che Lega e Forza Italia discutano in mancanza di meglio di un nuovo regime di cittadinanza per gli stranieri, ma se questo deve mettere in discussione la stabilità del governo penso che a rischiare l'osso del collo siano innanzi tutto i due litiganti

Attenti ai calci nel sedere
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Per la prima volta dal suo nascere, nella diatriba tra Lega e Forza Italia sullo ius scholae - un nuovo diritto di cittadinanza per gli immigrati - spuntano le parole «crisi di governo». Le ha pronunciate l'altra sera il capogruppo dei senatori leghisti Massimiliano Romeo: «L'insistenza di Tajani, visto che offre una sponda alle opposizioni su questa tematica, rischia di minare seriamente la stabilità del governo. Francamente a che pro facciamo fatica a comprenderlo». Prendiamole per quelle che sono, parole in libertà in una stanca serata di agosto per arringare chissà quale pubblico amico, mettiamoci pure che il suo segretario Matteo Salvini fino ad ora ha sostenuto pubblicamente una tesi opposta riassumibile in «questo governo è solido e arriverà a fine legislatura», ma il solo fatto di averle pronunciate ci fa rizzare capelli e orecchie. Seppur noioso, trovo legittimo che Lega e Forza Italia discutano in mancanza di meglio di un nuovo regime di cittadinanza per gli stranieri, ma se questo deve mettere in discussione la stabilità del governo penso che a rischiare l'osso del collo siano innanzi tutto i due litiganti. Se, dopo una traversata nel deserto durata undici anni di opposizione e pastrocchi, il centrodestra dovesse cadere per divergenze su un tema così marginale, sono sicuro che gli elettori prenderebbero a calci nel sedere sia Salvini sia Tajani per il resto dei loro giorni e la loro brillante carriera politica finirebbe lì, insieme a quella dei rispettivi partiti che, a quel punto, sarebbero ritenuti totalmente inaffidabili su qualsiasi tema. Gli elettori li hanno messi lì per governare l'Italia e instradarla nella giusta direzione sui temi cruciali di politica economica ed estera. Sul resto, certo, ci sono sensibilità diverse, ma gli alleati se ne facciano una ragione: o si trova un accordo - possibilmente senza infastidire l'opinione pubblica - oppure si passi ad altro. A noi i sabotatori non sono mai piaciuti, in politica ci sono sempre stati, ma nelle file di partitini che nulla hanno a che vedere con la storia, la tradizione e le dimensioni di Lega e Forza Italia.

La stabilità del governo - vorrei dire al senatore Romeo - per tutti noi viene prima della vostra. Occhio quindi a giocare con le parole, che è un po' come giocare con il fuoco: alla fine si rischia di rimanere scottati.

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