È stata confermata la condanna nei confronti del Comune di Firenze, che ha dunque perso la causa intrapresa contro l'automobilista che nel febbraio del 2018 fu multato dopo aver fatto scattare l'autovelox di viale Etruria. Il cittadino stava viaggiando ad una velocità di 69 chilometri orari.
Individuato dal dispositivo elettronico, l'autista si vide recapitare una sanzione di ben 190 euro, ma invece di accettarla decise di fare ricorso. Sempre nel 2018, infatti, l'avvocato fiorentino Gionata Billi presentò un'azione contro il Comune, contestando la multa imposta dalla municipale. Le ragioni della difesa si basavano sulla posizione dell'autovelox, collocato in un'area della strada che non possiede le caratteristiche previste dalla legge per ospitare il rilevatore di velocità.
Il giudice di Pace Pier Paolo Blasi diede ragione all'automobilista, condannando il Comune di Firenze a risarcire il cittadino dei 190 euro oltre che al pagamento di 43 euro di contributi di ricorso. Malgrado ciò, l'amministrazione comunale decise di fare a sua volta ricorso in appello, prolungando pertanto la causa.
Il caso è stato esaminato dai giudici Massimo Donnarrumma, che ha fissato la prima udienza, e Annamaria Legnaioli, che si è occupata di disporre la consulenza tecnica d’ufficio per valutare la situazione della strada. L'intera vicenda è stata poi definitivamente chiusa nel corso della mattinata di ieri, quando il giudice Susanna Zanda, che già in passato aveva già dato ragione ad altri autisti multati in viale Etruria, ha confermato la condanna emessa nei confronti del Comune. Il dispositivo di rilevazione della velocità non può stare in quel tratto di strada, dal momento che questa non possiede le caratteristiche previste dalla legge.
"Secondo quanto disposto dal codice stradale, la presenza dell’autovelox in postazione fissa può essere disposta solo su strade, come ad esempio quelle urbane di scorrimento, che abbiano determinate caratteristiche e che a Firenze sono ad esempio i viali Gramsci, Lavagnini, Matteotti e lo stesso viale Etruria che però nel punto in cui l’autovelox è stato installato, non presenta le caratteristiche richieste dalla legge come ad esempio, la banchina laterale e intersezioni a raso senza semaforo, come nel punto in cui via Ottone Rosai si immette
in viale Etruria", spiega infatti a La Nazione l'avvocato Gionata Billi.Oltre a vedersi confermare la condanna, il Comune di Firenze ha dovuto in conclusione sborsare circa 1.500 euro di spese legali.
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