Ancora risse, pestaggi, rapine. Violenze annunciate sui social, poi commesse e rivendicate con strafottenza. Talvolta, con la soddisfazione di esibire un insensato orgoglio su base etnica. A compiere le suddette scorribande sono infatti gruppi di stranieri giovanissimi, in genere di età compresa trai 16 e i 22 anni. Perlopiù nordafricani: ci tengono loro stessi a precisarlo, quasi a voler mettere una firma ai loro vandalismi. "I marocchini stanno colonizzando l'Italia. Peschiera, fatto. Riccione anche", si legge in uno dei messaggi postati in rete dagli stessi componenti di queste gang. Sì, perché la scia delle barbarie parte da lontano e arriva sino alla recentissima cronaca.
A far esplodere il fenomeno, per la verità già esistente ma da molti ignorato (chissà, forse anche per interesse politico), erano stati i disordini commessi il 2 giugno scorso sul Garda da alcune baby gang di stranieri. Avevano preso d'assalto la cittadina di Peschiera, poi sul treno di ritorno verso Milano avevano molestato diverse ragazze. "Era solo il riscaldamento, vedremo a Riccione come sarà", avevano giurato quei "bravi ragazzi" sui social, promettendo di prendere d'assalto la località romagnola in estate. E così è stato. Lo dimostra l'agghiacciante cronaca degli ultimi giorni, con un susseguirsi di episodi violenti commessi dagli stessi nordafricani con la medesima sfrontatezza. Con il medesimo e dichiarato disprezzo per gli italiani.
"Sei un'italiana del ca...", si sente nel video con cui è stato documentato il tremendo pestaggio contro una 15enne compiuto proprio a Riccione da una gang di ragazzine. Contro la vittima, calci, pugni e pedate con i tacchi. Intanto, quel ritornello ripetuto: "Riccione come Africa". Domenica scorsa, durante l'evento della Notte rosa, l'ulteriore episodio avvenuto sempre nella riviera romagnola: due minorenni di origine nordafricana sono stati fermati per una rapina ai danni di un giovane bolognese. Sotto la minaccia di un coltello, il ragazzo era stato costretto a consegnare il proprio smartphone, poi ritrovato dalle forze dell'ordine grazie alla geolocalizzazione. Il mattino sucessivo al furto, i militari hanno trovato i responsabili del reato che bivaccavano nella zona del lungomare. Uno di essi aveva con sé un coltello da macellaio.
"Riccione? No, Maroccolandia", si legge in uno dei video postati su TikTok nei quali si allude alle recenti scorribande estive. E ancora, altri episodi analoghi: a Rimini un giovane straniero si era avvicinato a un gruppo di italiani e con la "tecnica dell'abbraccio" li aveva derubati. Non sapeva, però, di aver scelto le vittime sbagliate: si trattava di un gruppo di allievi marescialli della Scuola dei carabinieri di Firenze, che stava trascorrendo un periodo di vacanza sulla riviera romagnola.
Ora l'attenzione e i timori sono già puntati sul prossimo weekend e in generale sulle prossime settimane, per tradizione quelle
delle ferie degli italiani. Intanto, mentre nei palazzi della politica c'è chi parla di ius scholae, nella vita reale succedono cose che richiederebbero - prima ancora che una riflessione - un intervento immediato.
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