Balzo all'indietro dell'operatore: cosa c'è nel video choc della funivia

Il guasto sarebbe avvenuto a circa 5 metri dall’arrivo. Nel filmato si vede l’addetto che sta per aprire il cancelletto, ma la cabina si blocca improvvisamente e ricomincia la corsa al contrario

Balzo all'indietro dell'operatore: cosa c'è nel video choc della funivia

A pochi metri dall’arrivo, forse cinque, la cabina della funivia ha invertito improvvisamente la sua corsa. In un video, le telecamere di sorveglianza, hanno registrato gli ultimi attimi drammatici di quanto avvenuto domenica scorsa sul Mottarone, dove hanno perso la vita 14 persone. Un solo sopravvissuto: Eitan, un bambino di 5 anni che lotta tra la vita e la morte ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino e che ha perso su quel monte la mamma, il papà e il fratellino di due anni.

Cosa si vede nel video sequestrato

Nel filmato, sequestrato per le indagini, si vede la cabina rallentare e arrivare a pochi metri dalla stazione, l’addetto che si avvicina al cancelletto per aprirlo e far scendere i passeggeri dalla funivia e, dopo un suono secco, la fune che si spezza e, come una frusta fuori controllo, sale e scende all’impazzata. La cabina a quel punto ricomincia la sua corsa al contrario. Le riprese sono state fatte da diverse angolazioni e potranno servire agli inquirenti per capire cosa sia successo. Non si sentirebbero nell’audio le urla delle persone chiuse all’interno della funivia ma si vedrebbe chiaramente l’addetto fare un salto indietro. Quindi adesso, come ha ricordato IlGiornale oggi in edicola, i pm si stanno concentrando proprio sulle immagini della tragedia presenti nei video sequestrati. A breve, il Procuratore della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi e il sostituto Laura Carrera disporranno la consulenza tecnica che avrà il compito di spiegare cosa è avvenuto quel tragico giorno. I pubblici ministeri daranno l’incarico a un collegio di tecnici del Politecnico di Torino.

Funivia e documentazione sotto sequestro

Verrà presa in esame l’intera funivia, ora posta sotto sequestro, con tutta la documentazione tecnica e amministrativa che la riguarda. Come riportato dal Corriere, il procuratore Bossi ha affermato che “qualunque ipotesi sarà valutata. Perché si è spezzata la fune traente? Perché i freni di emergenza non hanno funzionato? Usura dei materiali, un guasto improvviso causato da qualcosa di esterno? Sono questi gli interrogativi ai quali dobbiamo dare una risposta”. L’indagine è al momento per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime contro ignoti, ma il procuratore e i pm starebbero valutando anche l’ipotesi di disastro colposo con messa in pericolo della sicurezza dei trasporti.

Ancora presto però per avere dei nomi di possibili indagati. Forse arriveranno dopo che i carabinieri della compagnia di Verbania avranno definito un quadro chiaro delle competenze e delle responsabilità. Ancora non si capisce chi sia il proprietario dell’impianto, se il Comune di Stresa o la Regione, come affermato dal primo cittadino Marcella Severino. Al centro dell’indagine anche il gestore Ferrovie del Mottarone, che si è occupata nel 2016 dell’ammodernamento, l’azienda che ogni anno certifica la funzionalità delle strutture funiviarie e trasmette poi le proprie relazioni al ministero delle Infrastrutture, la società che si occupa della manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e anche gli addetti che stavano lavorando il giorno della tragedia. Secondo quanto comunicato dalla Leitner, lo scorso 3 maggio erano stati controllati i freni.

La denuncia: gravi danni strutturali

Secondo il procuratore “servirà molto tempo per chiarire ogni aspetto della tragedia”. Ha però assicurato che cercheranno di dare una risposta completa nel più breve tempo possibile. Ancora devono essere recuperati tutti i rottami della funivia incidentata, sparsi un po’ ovunque nella boscaglia, in una zona particolarmente ripida. Da ieri, agli atti anche la lettera di un’azienda milanese che nel 2015 aveva denunciato gravi danni strutturali nella stazione di monte, con rischio di “conseguenze e pericolo a persone e cose”. Le Ferrovie del Mottarone hanno risposto che le strutture sono state collaudate nel 2016. Lo scorso anno la stazione è anche stata ristrutturata.

Nel 2014, un ente della Regione Piemonte aveva riaffidato il riammodernamento della funivia alla Ferrovie, facendo insorgere la Alfar di Milano. Questa, esclusa dalla gara di appalto, senza presentare ricorso, aveva chiesto che l’assegnazione dei lavori venisse revocata per irregolarità amministrative. Nella richiesta aveva anche reso noto che i propri tecnici, in seguito ad alcuni sopralluoghi con tanto di fotografie alle strutture, a 1.385 metri di altezza avevano notato seri problemi strutturali. Il legale della Alfar, l’avvocato Ferdinando Paglia di Como, ha trasmesso la lettera agli inquirenti spiegando che era stata esaminata la questione solo dal punto di vista amministrativo e che la società incaricata rispose che la richiesta veniva rigettata in quanto generica e priva di fondamento: “Non abbiamo alcun interesse a speculare su quello che è accaduto, ma solo a fare il nostro dovere civico dopo questo immane incidente. Nel frattempo tutto potrebbe essere stato riparato”. Adesso toccherà agli investigatori accertare se i rischi segnalati nel 2015 fossero ancora in essere al momento della tragedia di domenica scorsa.

Il legale Pasquale Pantano, avvocato della Ferrovie del Mottarone e del titolare, Gigi Nerini, ha dichiarato: “Per quanto ci risulta, tutti gli impianti elettrici e meccanici sono stati rifatti nel 2016 e le stazioni sono state collaudate secondo le disposizioni di legge”.

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