In un video postato su Tik Tok si vede un bambino alla guida di un motoscafo a Napoli, così piccolo da non riuscire neppure a vedere oltre il timone. Il filmato è stato girato nientemeno che dal padre del piccolo pilota. Il genitore ha messo il video sul social e in poco tempo è diventato virale su tutto il web. A denunciare quanto avvenuto, e a ripostare il video incriminato sulla sua pagina Facebook, è stato il consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli, che qualche settimana fa aveva già postato altri due filmati molto simili. Nonostante le varie denunce, c’è ancora chi continua a filmare i minorenni, spesso dei veri e propri bambini, compiere azioni, come quella di guidare un motoscafo, che invece spetterebbero solo a persone più adulte. Era già successo lo scorso maggio a Pozzano, frazione di Castellammare di Stabia.
Il video che indigna
Nel video in questione si sente il bambino che viene praticamente obbligato dal padre a guidare per poi poter finire sui social e avere i tanto sospirati like. Infatti, nel filmato si sente chiaramente il genitore incitare il figlio: “Vai capitano sei il più forte. E io sono il tuo marinaio”. Borrelli, dopo aver ricevuto la segnalazione del video, ha subito commentato il fatto su Facebook: “Purtroppo nel corso di questa estate abbiamo ricevuto numerosi video postati sui social di bambini alla guida di potenti motoscafi. A questo campionario di irresponsabilità e assoluta incapacità genitoriale se ne aggiunge un altro, realizzato da un autore con chiaro accento partenopeo, che mi ha colpito particolarmente".
Il commento di Borrelli
Il consigliere ha poi sottolineato che questa volta"il giovanissimo pilota guida a tutto gas spingendo un motore di 40 cavalli ma si lamenta di non riuscire a vedere niente davanti perché arriva a stento a superare il timone. Nonostante questo il padre lo obbliga a rimanere seduto perché deve finire di realizzare il video con il cellulare. Siamo oramai al delirio totale. La necessità di immortalare questa vergognosa scena, senza alcuna colpa del minore, ha la priorità sull’importanza di evitare drammatici episodi in mare. Non importa se davanti c’è un’altra imbarcazione, un sub, un kayak. Quello che conta è finire il video.
Di fronte a questi episodi l’unica cosa da fare è risalire ai protagonisti e segnalare agli assistenti sociali il caso per verificare se i minori coinvolti non vengano obbligati anche in altri contesti a tenere comportamenti pericolosi per la loro incolumità per il mero divertimento degli adulti”, ha concluso Borrelli.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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