Banca Etruria, l'ammissione choc: "Ospizi e cliniche per vendere bond"

Le rivelazioni di un direttore di una filiale di Banca Etruria. "Per vendere obbligazioni è partita una caccia all'uomo spietata"

Banca Etruria, l'ammissione choc: "Ospizi e cliniche per vendere bond"

Il crac di Banca Carife, CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche ha intaccato se non azzerato i risparmi di molti correntisti, a causa della vendita di titoli tossici per far fronte alla cattiva gestione delle risorse bancarie.

Come si legge su Repubblica, un direttore di banca Etruria conferma e ammette di aver venduto azioni: "Le obligazioni subordinate erano un prodotto che rovinava solo e soltanto i clienti, lo sapevamo tutti". La rivelazione, fatta sotto stretto anonimato, traccia un quadro in cui i clienti erano visti come delle vere e proprie prede: "È iniziata una caccia all'uomo spietata. I dipendenti ricevevano premi in soldi sul rendimento settimanale". Un meccanismo che mirava a svuotare le tasche dei clienti, soprattutto quelli anziani: "Cercavamo clienti in case di cura o ospedali".

Tutti i clienti erano un possibile guadagno, i prodotti venivano proposti a tutti. "Ai correntisti e piccole e medie imprese proponevamo le obbligazioni subordinate a tutti dichiarando un rischio zero". Per quelli che si recavano in banca per chiedere un mutuo, il direttore spiega che: "Concedavamo la somma richiesta maggiorata con l'obbligo di acquistare i titoli. Oggi piccole e medie imprese a fronte del mutuo a garanzia con quei titoli hanno perso tutto"

Rossano Soldini era nel Cda di Banca Etruria: "Per me era un onore, era la banca della nostra terra". E per lui arentino doc, signore della scarpa made in Italy possiamo ben immaginarlo. Ma lo sappiamo, le cose cambiano in fretta. Nel 2009 la frattura con "grande delusione". Al 71enne capo di un calzaturificio non piacquero molte cose. Per iniziare, racconta: "Sono entrato con spirito di collaborazione, volevo dare un contributo ma ero solo un passacarte. Come tutti, comandava solo il comitato di Presidenza. Nessuna sapeva o diceva nulla sulle decisioni prese".

A Soldini non andò nemmeno a genio l'affidamento di credito ai membri del Cda, "fino a 20 milioni a testa". E poi, rammaricato dice che "quella non era più la banca nata per aiutare gli imprenditori del territorio". L'imprenditore spiega di toccare con mano la tragedia: "In azienda, tra 200 dipendenti, 4 hanno perso tutti i loro risparmi investiti in Banca Etruria, sono alla canna del casa. Fuori da qui conosco una donna con un figlio down che non sa come andare avanti".

Molta amarezza nella parole di Soldini che conclude con una massima del padre, fondatore dell'azienda di famiglia: "Se i disonesti sapessero quanto è utile essere onesti, molti lo diventerebbero per specularci"

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