Baraccopoli sull'Aniene, muore un rom. Quell'inutile bonifica degli insediamenti abusivi

Il cadavere di un giovane rom è emerso dalle acque dell'Aniene all'altezza del Ponte delle Valli. Qualche settimana fa la maxi bonifica degli insediamenti abusivi lungo il fiume, ma decine di baracche sono ancora in piedi

Baraccopoli sull'Aniene, muore un rom. Quell'inutile bonifica degli insediamenti abusivi

Probabilmente è scivolato nel fiume ed è morto trascinato dalla corrente il giovane rom di vent’anni ritrovato senza vita nelle acque dell'Aniene, all’altezza del Ponte delle Valli, nel III Municipio di Roma.

La macabra scoperta ieri mattina. Poi alle 11.30 l’intervento dei Vigili del Fuoco, con due squadre del nucleo sommozzatori e una squadra di terra, che hanno recuperato il corpo e lo hanno consegnato agli organi competenti. Nel quartiere si mormora che il cadavere del ragazzo fosse lì già da qualche giorno, viste le condizioni in cui è stato ritrovato. Da giorni, in effetti, del ventenne si erano completamente perse le tracce, tant’è che gli stessi familiari ne avevano denunciato la scomparsa.

Il caso riaccende i riflettori sulla permanenza di diversi insediamenti abusivi lungo le rive dell’affluente del Tevere. Solo qualche settimana fa era andata in scena una maxi bonifica costata 100mila euro alle casse del Comune. Ma si è trattato di uno sgombero parziale. “All’altezza del Ponte delle Valli restano in piedi diverse baracche, tuttora abitate da decine di nomadi”, conferma Manuel Bartolomeo, ex consigliere di centrodestra del municipio a guida pentastellata, commissariato dalla sindaca Virginia Raggi. Gli occupanti rimasti nonostante lo sgombero, circa quaranta persone, sono tutti di nazionalità romena, come aveva documentato ilGiornale.it in questo reportage.

La tragedia, insomma, era di quelle annunciate, secondo l’ex consigliere municipale. “La situazione è diventata insostenibile ed è assurdo che non sia stata bonificata anche l’area vicina al parco giochi e ai palazzi di via dei Campi Flegrei, dove la presenza dei nomadi è rimasta la stessa e, anzi, con tutta probabilità è destinata ad aumentare”, denuncia. Intanto, la convivenza tra rom e cittadini è diventata sempre più difficile. “Trasportano materiale di risulta attraverso il fiume con delle canoe e poi lo bruciano per ricavarne il rame, mentre d’inverno, per scaldarsi, danno fuoco ai materassi”, spiega Bartolomeo. Così i residenti sono costretti a barricarsi in casa per non respirare i veleni che provengono dai roghi tossici.

“Senza contare – aggiunge il consigliere – che le abitazioni della zona si sono svalutate proprio a causa della vicinanza degli accampamenti”. Sarebbero almeno otto, per l'esponente di centrodestra, quelli presenti su tutto il territorio del III Municipio.

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