Bari, detenuto georgiano aggredisce 3 agenti e li manda in ospedale. I poliziotti: "Siamo stufi"

Lo stesso straniero si era reso protagonista di un episodio simile anche tra le pareti della casa circondariale di Foggia, dove si trovava prima di essere trasferito a Bari

Bari, detenuto georgiano aggredisce 3 agenti e li manda in ospedale. I poliziotti: "Siamo stufi"

Aggredisce e manda al pronto soccorso tre agenti in servizio nel carcere di Bari poco dopo esservi stato trasferito. Si tratta di un 40enne di nazionalità georgiana che, come rivelato dal Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), si era già reso protagonista di un episodio di violenza del genere anche tra le pareti della struttura detentiva di Foggia. “Aveva colpito con un pugno un poliziotto, si legge nel comunicato riportato su “BariToday”. “In carcere per furti in appartamenti, faceva parte di una nutrita banda che si era specializzata in questo tipo di reato, razziando e violando le case di molti cittadini. Sono proprio questo tipo di reati che ingenerano nella gente paura e sfiducia, poiché vanno a violare le mura domestiche dove invece dovrebbero sentirsi al sicuro”.

Il georgiano negli scorsi giorni è stato trasferito nella casa circondariale “Francesco Rucci” di Bari, dove si è verificata la brutale aggressione.

“Verso le ore 18, rivolgendosi all’ispettore responsabile senza alcun motivo, gli sferrava un pugno che fortunatamente non lo colpiva in pieno volto”. Ma il peggio doveva ancora arrivare, durante la rissa originatasi successivamente. In soccorso del collega assalito, sono infatti intervenuti due agenti, i quali hanno tentato di bloccare il 40enne, rimanendo tuttavia coinvolti in una violenta colluttazione. Ridotto nuovamente in manette il detenuto, i tre poliziotti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, ricevendo una prognosi rispettivamente di 25, 7 e 4 giorni.

“Purtroppo questo ennesimo episodio di violenza la dice lunga sullo stato delle carceri pugliesi diventate ormai un contenitore di violenza e degrado.”, lamenta ancora il Sappe.

“Ormai la prepotenza, l’arroganza, l’insofferenza dei detenuti al rispetto delle norme che regolano la vita all’interno delle carceri diventa sempre più evidente e preoccupante, e nonostante ciò non si prendono provvedimenti”.

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