A schierarsi dalla parte delle Ong e dei promotori dell’accoglienza, arriva anche il dott. Pietro Bartolo, medico che da anni si occupa di prestare le prime cure agli extracomunitari che arrivano nel nostro Paese approdando a Lampedusa.
Bartolo, fra l’altro, è noto anche per avere avuto un ruolo da protagonista nel film documentario “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi. La pellicola, che si prefiggeva l’obiettivo di narrare le storie dei migranti in viaggio verso l’Italia e l’Europa, era stata premiata nel 2016 con l’Orso d’Oro al festival di Berlino.
Da allora Bartolo ha continuato ad insistere sul tema, pubblicando diversi libri. L’ultimo, con il titolo “Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi”, è appena uscito.
In questi giorni, con il nuovo bollente caso Aquarius ed il personale di Msf sotto indagine, il medico ha voluto esprimere la propria opionione in proposito, gridando al boicottaggio.
“Vogliono eliminare tutte le Ong, per questo stanno cercando tutti i cavilli contro Medici senza Frontiere, per metterli in difficoltà” ha infatti dichiarato, come riporta il quotidiano “Il Secolo d’Italia”. “Non si tratta di essere ‘buonisti’, ma di rispettare i diritti umani e, facendolo, la nostra stessa dignità umana”.
Bartolo ha un pensiero anche per Domenico Lucano, oramai ex sindaco di Riace, finito in manette grazie all’operazione “Xenia”. Tante le accuse mosse nei suoi confronti: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, organizzazione di matrimoni combinati per gli stranieri, fraudolento affidamento diretto del servizio per la raccolta dei rifiuti. Il medico di Lampedusa, non può non fare il paragone fra quanto accaduto al sindaco pro-accoglienza e la bufera che ha travolto Msf.
“Mi ricorda per certi versi il caso del sindaco Lucano a Riace. Se si trova una soluzione, si può anche forzare qualche regola. Ma proprio perché trovano soluzioni, si vogliono eliminare socialmente queste persone o queste organizzazioni”.
L’intervento di Pietro
Bartolo si conclude con un appello. “Chiedo ai nostri ministri, alle nostre istituzioni, che queste persone da salvare non siano considerati solo numeri da rimandare indietro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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