Il presidente del Consiglio Mario Draghi starebbe telefonando ripetutamente agli amministratori delegati delle più importanti aziende farmaceutiche internazionali che producono vaccini. A confermarlo, come riportato dal Corriere, proprio Palazzo Chigi, che ha inoltre aggiunto che è stata una operazione concordata e condivisa tra il capo del governo italiano e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Draghi lavora con i vertici europei
Il premier Draghi avrebbe quindi parlato alle Big Pharma a nome di tutti i nostri partner europei e non solo per l’Italia. Infatti i contratti sui vaccini, sottoscritti dall’Unione Europea, interessano tutti i Paesi e non solo uno. Questo particolare, starebbe quindi a sottolineare che il lavoro tra Palazzo Chigi e i vertici della Commissione europea è ormai stretto e affiatato. E questa unione la si vede in più punti. Sia dal fatto che in caso di ulteriori ritardi nelle consegne vengano bloccate le esportazioni oltre i confini europei, sia da un punto di vista economico e politico. Al centro di questo, l’intesa tra Londra e Bruxelles, alla quale la Von der Leyen e Draghi stanno lavorando affiancati. Dalle Big Pharma avrebbero risposto che verrà fatto il possibile. Per quanto riguarda il vaccino di Pfizer, è stato sottolineato che la casa farmaceutica ha distribuito anche oltre i parametri dei contratti, mentre per AstraZeneca si deve vedere se verrà recuperato il ritardo sulle consegne dei vaccini nel primo trimestre del 2021.
Come fatto sapere da Palazzo Chigi, Draghi non sarebbe stato l’unico ad alzare il telefono: “In queste settimane le grandi aziende farmaceutiche ricevono chiamate un po’ da tutti i governi, non si possono attribuire alle mosse doverose del presidente del Consiglio una valenza salvifica”. Il rischio che vi siano ancora ritardi nelle consegne non è purtroppo fugato, nonostante il mese di aprile, con i suoi 10 milioni di vaccini disponibili, venga visto come decisivo affinché la campagna vaccinale possa dirsi di successo. Come andrà, lo si potrà sapere solo a fine mese, a conti fatti.
L'incontro con le Regioni
Intanto però il governo avrebbe raggiunto una specie di compromesso, in base al monitoraggio settimanale della Cabina di regia, su possibili riaperture. Si parla del 20 di aprile.
Pressing soprattutto che arriva dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini, ai quali il premier Draghi risponde con i dati, sottolineando che i contagi sono in calo, ma che sono i ricoveri nei reparti di terapia intensiva e il numero dei morti a dover calare maggiormente. Quando questo avverrà, si potrà allora parlare di riaprire le principali attività, ovviamente seguendo tutte le cautele. Intanto per il prossimo giovedì, 8 aprile, è fissato l’incontro tra il governo e le Regioni che avrà come tema il Recovery plan che dovrà essere inviato a Bruxelles entro la fine di aprile. Forse qualche suggerimento dell’ultimo minuto potrebbe rientrare nel Piano, ma difficilmente il testo definitivo verrà esaminato ancora da Camera e Senato. Il tempo potrebbe mancare e questa ipotesi è già stata contestata da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.