Beppe Grillo è sceso in campo pubblicamente in difesa di suo figlio, accusato di violenza sessuale insieme ad altri suoi amici. Nelle ultime ore sono due le ragazze che hanno puntato il dito contro il ragazzo, da quasi due anni al centro delle cronache. Un'attenzione mediatica che suo padre non sembra più disposto ad accettare, tanto da spendersi con un video condiviso sui social in sua difesa. Sono stati numerosi gli attacchi verso l'ex comico, tra cui anche quelli di Maria Elena Boschi, ma soprattutto sono stati i genitori della presunta vittima a lamentarsi delle parole del leader del Movimento 5 Stelle.
"Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante", hanno accusato genitori della ragazza in un'intervista esclusiva rilasciata all'Adnkronos per voce del loro avvocato Giulia Bongiorno. I genitori della presunta vittima hanno visionato il video di Beppe Grillo e non sono riusciti a rimanere indifferenti davanti a quelle parole, a quell'enfasi così teatrale del leader del MoVimento. "Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l'angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell'inedito", continuano i genitori della ragazza italo-svedese.
Nel mirino dei genitori soprattutto i dubbi di Beppe Grillo sulle tempistiche della denuncia da parte della giovane, che si è rivolta alle forze dell'ordine solo dopo essere rientrata a Milano. La violenza, infatti, si sarebbe svolta in Costa Smeralda durante una vacanza estiva. "Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato niente perché chi viene stuprato fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano", sono le parole di Beppe Grillo nel suo video.
Eppure le accuse della procura di Tempio-Pausania, titolare dell'indagine, sono molto chiare nei confronti del figlio di Beppe Grillo.
"Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno", "Afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka", "Costretta ad avere rapporti di gruppo", si legge nell'atto di accusa della procura a carico dei quattro indagati, tra i quali compare anche Ciro Grillo, tutti della zona di Genova. L'Adnkronos riporta che l'atto d'accusa sarebbe comprensivo di molte pagine che raccontano quanto accaduto nella notte tra il 15 e il 16 luglio 2019 in una villa di Beppe Grillo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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