Bergamo, incubo meningite: niente mano a messa e ristoranti vuoti

Tra le province di Bergamo e Brescia, la paura del contagio è alta. Dopo i due decessi, ora saltano gli appuntamenti sportivi e le persone si tengono alla larga dalla zona

Bergamo, incubo meningite: niente mano a messa e ristoranti vuoti

È partita da qualche giorno la corsa alle vaccinazioni tra le province di Bergamo e Brescia dove la meningite ha già colpito numerosi abitanti e provocato la morte di due persone. Oltre 20mila le vaccinazioni effettuate nella zona. "Siamo riusciti ad attivare una serie di interventi tempestivi e puntuali creando una cintura di sicurezza vaccinale importante. In pochi giorni abbiamo aperto 14 ambulatori straordinari e siamo arrivati nelle scuole, senza chiuderle, così come arriveremo in 25 aziende", ha spiegato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Ma la paura del contagio rimane molto alta. Così elevata da far cambiare le abitudini ai cittadini della zona e da tenere lontano tutti gli altri. Ed ecco che, ad esempio, sono saltati alcuni appuntamenti sportivi: due partite di volley sono state infatti assegnate a tavolino visto che gli avversari non si sono presentati in campo. Il motivo? La paura di un possibile contagio. "Circola troppo allarmismo con informazioni sbagliate e nemmeno i sani valori dello sport riescono a sconfiggere questa dilagante psicosi", ha tuonato il presidente della Polisportiva di Sarnico, Carlo Belussi.

L'effetto meningite è arrivata anche tra i banchi della parrocchia di San Filastro, a Villongo, in Valcalepio. Come riporta il Corriere, il parroco e il suo concelebrante hanno deciso di seguire gli accordi presi con il vescovo di Bergamo: non inviteranno i fedeli in chiesa a stringersi la mano e scambiarsi un segno di pace. "Chi non abita qui non può capire. Sono morte due persone. La nostra Marzia era molto conosciuta e amata. Ma nei giorni immediatamente successivi alla sua scomparsa, se un suo parente entrava in un negozio, gli altri clienti uscivano subito. Adesso il terrore del contagio è passato, la comunità si è stretta attorno alla famiglia. Però abbiamo deciso di adottare qualche precauzione che tranquillizzasse i parrocchiani", ha spiegato poi il parroco di Predore.

I quattro casi di Sepsi da meningococco C, due dei quali mortali, e uno da meningococco di sierogruppo B hanno creato non poche preoccupazioni. Così, per far fronte al problema, sono stati aperti ambulatori straordinari dove ogni giorni si mettono in coda centinaia di persone.

Mentre le vaccinazioni per gli abitanti continuano, la zona rimane "isolata". Tutti preferiscono rimanere alla larga ed ecco che le prenotazioni negli hotel vengono disdette, i congressi annullati e ristoranti restano vuoti.

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