Il Biden che l'altra sera ha tenuto il discorso sullo Stato dell'Unione era pieno di vigore e decisamente all'attacco. Se riuscirà a mantenere lo stesso livello di energia e coerenza verbale fino al 5 novembre, vincerà - ma solo se riuscirà ad agire tempestivamente e con forza per fermare le politiche di sinistra dei suoi stessi funzionari che hanno aiutato Trump e gli hanno permesso di superare tutti gli ostacoli sul suo (...)
(...) cammino, tra cui le cause dei procuratori democratici in North Carolina e a Manhattan, e il tentativo fallito di ottenere i divieti dei tribunali statali per la sua intera campagna elettorale, appena rigettati all'unanimità dalla Corte Suprema.
Nel suo discorso Biden ha saggiamente evitato di menzionare l'attivismo transgender della sua amministrazione, che è iniziato con la nomina di un ammiraglio trans che fa una figura grottesca in gonna, prima di estendersi a livello nazionale con la richiesta che le scuole permettessero ai ragazzi e alle ragazze di usare gli spogliatoi e i bagni del sesso prescelto e, in vero spregio alle atlete, di permettere ai ragazzi spilungoni di gareggiare con loro, con evidente disparità di potenzialità fisiche. In alcuni Stati sono state rapidamente approvate leggi locali per fermare questa deriva, ma ormai le elezioni dei consigli scolastici in tutti gli Stati Uniti erano state vinte dai repubblicani, molti dei quali non avevano mai votato repubblicano e hanno deciso di entrare in politica proprio motivati da questa questione. La scelta di Biden di non sfiorare neppure questo argomento ha funzionato ieri sera, ma non funzionerà da qui a novembre. Anche perché la questione sta molto a cuore a neri e ispanici che - come dimostrano tutti i sondaggi - sono molto meno tolleranti nei confronti delle devianze sessuali rispetto ai bianchi nel loro complesso.
Un'omissione ancor più grave ha un'importanza elettorale di gran lunga superiore: l'ondata di immigrati clandestini iniziata nel gennaio 2021, quando i funzionari di Biden del Dipartimento di Sicurezza Nazionale hanno bloccato tutte le misure di controllo di Trump a pochi giorni dall'insediamento. Da allora si stima che dieci milioni di persone (!) siano entrate negli Stati Uniti, un numero che supera la popolazione di Stati grandi e importanti come il New Jersey o il Michigan, o, in un altro paragone molto significativo dal punto di vista politico, la popolazione combinata di quattordici Stati più piccoli.
Ogni sondaggio d'opinione conferma che l'immigrazione clandestina è il problema numero uno per gli elettori di ogni parte degli Stati Uniti. Normalmente, questo dato indurrebbe gli autori degli speech presidenziali a inserire osservazioni estese e dettagliate sulla questione in un discorso sullo Stato dell'Unione, ma Biden è sistematicamente messo a tacere dalla sinistra del suo partito, che insiste sul fatto che tutti hanno il diritto di entrare negli Stati Uniti perché sono la terra che è stata «rubata» in primo luogo ai nativi. Perciò Biden non ha detto nulla di sostanziale. Si è limitato a elogiare il suo Segretario alla Sicurezza Nazionale Alejandro Mayorkas, che ora è sotto impeachment alla Camera, con l'accusa di non aver protetto la Patria - e anche lui, come Biden, non può difendersi, perché nessuna misura che possa essere minimamente efficace è accettata dagli attivisti del suo stesso partito. Ora che lo Stato del Texas ha adottato con successo la misura estrema di attivare a proprie spese la polizia di Stato e i rangers, eroi di molti film hollywoodiani, per fermare gli immigrati clandestini al confine, il silenzio di Biden e Mayorkas è ancora più dannoso dal punto di vista politico.
Soprattutto, ciò che il Texas ha fatto da solo (spingendo gli immigrati clandestini verso i confini più a ovest del New Mexico, dell'Arizona e della California) rende impossibile accusare Trump di aver fatto false promesse quando parla di chiudere il confine: se il Texas lo sta facendo da solo, anche il governo federale può farlo e in modo più semplice, autorizzando la polizia di confine a pattugliare effettivamente il confine. Per quanto riguarda i richiedenti asilo, essi dovranno fare domanda prima di arrivare al confine con gli Stati Uniti, perché nessuno dei loro presunti persecutori, dal Partito Comunista Cinese ai jihadisti dell'Africa occidentale, è presente in America Latina, mentre il primo Paese che aveva inviato migranti negli Stati Uniti a causa delle depredazioni delle sue bande, El Salvador, è ora più tranquillo degli stessi Usa.
Nel suo discorso Biden ha enumerato tutti i diversi beneficiari delle politiche democratiche - dagli insegnanti delle scuole pubbliche ai pensionati della «sicurezza sociale», ai pazienti curati da Medicare (che paga i costi sanitari per gli americani sopra i 65 anni), e ha promesso un'assistenza ancora più generosa, liquidando la questione dei costi con un laconico «i deficit stanno diminuendo». Non ha poi menzionato la spesa per la Difesa, limitandosi a chiedere maggiori aiuti per l'Ucraina, ma è riuscito a segnare un punto a causa delle osservazioni poco attente di Trump sulla Nato e su come avrebbe «invitato» i russi ad attaccare i Paesi che spendono troppo poco per difendersi.
Nel complesso è stata una performance di successo da parte di Biden, ma
nulla di ciò che ha detto ha sminuito la forza dei temi che possono portare nuovamente Trump alla Casa Bianca: il sostegno democratico agli attacchi «woke» alla normalità in tutte le sue forme e la questione dei confini.
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