Rifilavano biglietti falsi per assistere alle partite della Juventus ai turisti e agli stranieri. Finiscono sotto inchiesta nove bagarini, tutti napoletani, a Torino. La scoperta porta la firma dei carabinieri del comando provinciale dell’Arma del capoluogo piemontese che, nelle scorse ore, hanno eseguito a carico degli indagati le misure cautelari emesse a loro carico. Dovranno tutti rispondere, a vario titolo e in concorso tra loro, delle ipotesi di reato di truffa e utilizzo di pubblici sigilli contraffatti.
Stando all’inchiesta dei carabinieri, il gruppo utilizzava i canali web dei siti di annunci per “piazzare” i biglietti. Eppure non disdegnava, nemmeno, la tradizionale trattativa diretta, quella “vis-à-vis”. I tagliandi erano proposti in vendita brevi manu, solitamente, per eventi importanti: dalle partite più ambite della Serie A fino ai match di Champions League che si sarebbero tenuti allo Juventus Stadium. Il grande richiamo delle gare di cartello e la possibilità di poter ottenere un biglietto altrimenti insperato inducevano gli incauti tifosi o turisti a cedere alle lusinghe dei presunti bagarini convinti di concludere un buon affare.
Gli indagati, secondo gli investigatori, si appostavano nei dintorni delle stazioni ferroviarie di Torino e nei pressi dell’impianto sportivo dove giocano le gare casalinghe Cristiano Ronaldo e compagni. Qui si incontravano con i clienti oppure adescavano i tifosi a cui consegnavano, in cambio di denaro, i biglietti per assistere alle partite. Con grande soddisfazione degli acquirenti. Entusiasmo che, però, sarebbe durato davvero poco e svaniva – tramutandosi in rabbia e delusione – sulla soglia dei tornelli dello Stadium. I biglietti, difatti, erano contraffatti, gli addetti alla vidimazione degli tagliandi se ne accorgevano sempre, ovviamente, respingendoli. Non era possibile entrare ad assistere a nessuna partita della Juventus con quei ticket. I militari dell’Arma, in particolare i carabinieri in servizio presso la compagnia torinese dell’Oltre Dora, hanno accertato che, in quattro mesi, i casi di truffa messi a segni ai danni degli incauti tifosi e ritenuti riconducibili alla presunta banda di bagarini sarebbero stati almeno nove.
Per gli indagati, che sarebbero tutti di origine napoletana, sono scattate le misure cautelari che vanno, a seconda delle singole posizioni di
ognuna delle nove persone coinvolte nell’inchiesta dei carabinieri torinesi, dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fino al divieto di dimora nell’area urbana della città di Torino.Segui già la pagina di sport de ilGiornale.it?
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