Bimba morta di stenti, i vicini sotto choc: "Non l'abbiamo mai sentita piangere"

La piccola Diana, 18 mesi, sarebbe morta di fame e sete. Il ricordo dei vicini: "Era una bimba tranquilla, non piangeva mai". Nelle prossime ore l'autopsia e l'esame tossicologico

Bimba morta di stenti, i vicini sotto choc: "Non l'abbiamo mai sentita piangere"

È calato il silenzio a Ponte Lambro da quando la piccola Diana, 18 mesi, è morta "per la fame e la sete", ipotizzano gli inquirenti. All'esterno del cancelletto che delimita la casa di corte al civico 16/20 di via Parea, ci sono esposti tanti palloncini bianchi. Li hanno portati i vicini di casa Alessia Pifferi, la 36enne che ora è accusata di omicidio volontario della figlioletta. "Non era una bimba vivace - racconta un'anziana signora ai cronisti Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio del Corriere.it -Era sempre molto tranquilla ed era difficile anche strapparle un sorriso. La si vedeva ogni tanto in giro con la mamma, ma era sempre calma".

Il ricordo

All'esterno della finestra al primo piano della palazzina, dove Alessia Pifferi ha vissuto fin da giovanissima, ci sono ancora stesi i vestiti della piccola Diana: tutine e scarpine rosa, bavaglini colorati. Un'immagine che contrasta con la tragedia che si è consumata nei giorni scorsi. La piccola è rimasta da sola in casa per una settimana, adagiata in un culletta con accanto un biberon vuoto: è morta di stenti. "Nessuno l'ha sentita piangere", raccontano i vicini della 36enne. I muri azzurri dell'edificio, già scoloriti dal tempo, oggi sono più grigi che mai. Ieri pomeriggio, una signora residente in zona, ha esposto all'esterno della propria abitazione uno striscione: "Ciao piccolo Angelo", recita la scritta. La stessa che è stata incisa sui palloncini bianchi sospesi alle inferriate del bilocale dove Diana ha trascorso le sue ultime ore di vita.

La mamma

Alessia Pifferi ha vissuto in quella casa dapprima con la madre e la sorella, poi con la figlioletta. Ma i vicini la conoscevano "solo di vista, era molto riservata", assicura una donna. Qualcun altro sottolinea che "non giocava mai con la figlia". Diana era nata settimina, forse da una relazione con un partner occasionale. Durante i primi mesi di vita della bimba tutto sarebbe filato liscio poi, per ragioni ancora da chiarire, Alessia avrebbe cominciato ad uscire sempre più spesso lasciando la piccola in balia di se stessa. "Quando giovedì sono andata via non ero tranquilla. - ha raccontato la donna al pm Francesco De Tommasi -Sapevo che stavo facendo qualcosa che non andava fatto, che poteva succedere di tutto. Anche quello che è successo".

Gli inquirenti ipotizzano che Diana sia stata sedata con le benzodiazepine ma per averne contezza bisognerà attendere l'esito dell'esame tossicologico. Per ora, l'ipotesi di reato contestato alla giovane mamma è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

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