Due genitori hanno curato l'otite del figlio di 7 anni con l'omeopatia e il piccolo è tragicamente morto. Del caso ve ne avevamo già parlato, dando notizia di come quella madre e quel padre siano stati condannati dal giudici: dovranno scontare tre mesi di carcere con l'accusa di concorso in omicidio colposo aggravato.
Una vicenda che ha sollevato, oltre a un'onda di tristezza e amarezza, anche un mare di polemiche e critiche verso il mondo dell'omeopatia.
Non ci sta però Omeoimprse, l'associazione che rappresenta le aziende Italiane ed estere, produttrici di medicinali omeopatici e antroposofici ha annunciato che si costituirà parte lesa contro chi screditerà il proprio lavoro. "L'omeopatia non è una medicina alternativa ma complementare. Non possiamo, per un errore di un singolo, demonizzare un'intera disciplina che lo Stato regolamenta con norme e leggi", Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, risponde così alle accuse rivolte alla medicina omeopatica
"A cominciare da questo grave fatto di cronaca Omeoimprese si costituirà parte lesa contro chiunque screditi il comparto con il proprio operato, siano essi professionisti, opinionisti, chi esercita non avendo una laurea e chi confonde pratiche alternative con una disciplina che è tutelata da leggi dello Stato. Perché non ci si prende gioco della salute e nemmeno ci si prende gioco di decine di aziende farmaceutiche che fanno il proprio lavoro con competenza e qualità. Il farmaco omeopatico è un farmaco, ed è sicuro una volta immesso sul mercato. Lo certifica l'Agenzia italiana del farmaco", aggiunge il numero uno dell’associazione, che dunque chiosa così: "Anche un farmaco allopatico, se usato in maniera non corretta, può avere effetti collaterali gravi. Ma non per questo quando ciò avviene non ci si fida più di alcun medico o si smettono di prendere medicine. La storia del piccolo Federico ha colpito tutti noi, aziende produttrici di farmaci, comunità scientifica, opinione pubblica.
Si tratta di un caso gravissimo di malasanità che Omeoimprese condanna, come condanna chi, strumentalmente, usa queste tragedie per screditare un comparto industriale e una branca della medicina che dà fastidio ad una parte della comunità scientifica, peraltro minoritaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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