Secondo una ricerca condotta nel 2006 da American College of Cardiology, American Heart Association Task Force ed European Society of Cardiology, ogni anno 50mila persone in Italia e 350mila in Europa, muoiono in seguito a un arresto cardiaco. Il 95% delle persone colpite da questo tipo di aritmia maligna non sopravvive se non si interviene tempestivamente con un defibrillatore per ripristinare il normale ritmo del cuore. A oggi il defibrillatore è considerato lo strumento più efficace per prevenire la morte cardiaca improvvisa, sia che si tratti di dispositivi impiantabili tradizionali, sia che per funzionare necessitino di elettrocateteri transvenosi (i quali raggiungono il cuore tramite l'albero venoso), sia di quelli che si inseriscono sottopelle e operano senza entrare in contatto né con il cuore né con i vasi sanguigni. Questi dispositivi prendono il nome di S-Icd, sigla che significa Subcutaneus Implantable Cardioverter Defibrillator. La multinazionale Boston Scientific ha presentato in questi giorni - nella cornice del congresso internazionale di aritmologia Ehra Eurospace Cardiostim 2015, che si chiude oggi al MiCo Milano Congressi – la seconda generazione del proprio S-Icd: Emblem.
Il sistema ha ottenuto il marchio Ce e l'approvazione da parte della Food and Drug Administration (Fda) americana in marzo. Questo S-Icd ha un design che riduce lo spessore del 20% rispetto alla generazione precedente, promette di avere un'autonomia del 40% superiore – riducendo in tal modo la necessità di interventi di sostituzione – ed è programmato per interagire con il sistema di monitoraggio remoto Latitude. Ecco come commenta la novità e i suoi principali vantaggi la dottoressa Maria Grazia Bongiorni, direttore malattie cardiovascolari 2 all'Ospedale Cisanello Aou di Pisa: «Si metta nei panni di una persona che deve ricevere un dispositivo come un defibrillatore. È uno strumento che gli salva la vita, ma resta un corpo estraneo con cui deve convivere: più piccolo e sottile è, meglio è. Ancor più importante è il fatto che per continuare a vivere non deve pagare un caro prezzo, rappresentato dalle possibili complicanze legate a degli elettrocateteri dentro il cuore e nel sistema venoso, principalmente malfunzionamenti, fratture e infezioni. Per risolverle talora è necessario un intervento di estrazione del sistema che può essere più rischioso dell'impianto stesso. Un altro aspetto importante è rappresentato dalla durata della batteria: quanto più è possibile ritardare il cambio del dispositivo quando la batteria si esaurisce, tanto meglio è. La nuova generazione di defibrillatori sottocutanei risponde a queste necessità».
Boston Scientific ha comunicato che la prima generazione di S-Icd è già stata impiantata in più di 10mila pazienti nel mondo.
Grazie alle innovazioni introdotte - inclusa la compatibilità con il sistema di monitoraggio remoto Latitude, che consenti ai medici di avere la situazione sempre sotto controllo - le prospettive per la seconda generazione sono ancora più incoraggianti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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