Momenti di forte tensione all'Università Bicocca di Milano, dove oggi si inaugurava l'anno accademico alla presenza del ministro dell'Istrizione Valeria Fedeli. Alcuni studenti hanno tentato di fare irruzione nell'aula magna con bandiere e striscioni. Per evitare guai peggiori sono stati fatti entrare e a uno di loro è stata data la parola. "Siamo studenti - ha detto parlando al microfono - che il ministero ha deciso di sfruttare con l’alternanza scuola-lavoro. L’alternanza è l’utilizzo di manodopera gratis all’interno delle aziende e non si può dire che questo è colpa delle singole scuole perchése il ministero non riesce a creare barriere di tutela allora il ministero dell’Istruzione ha fallito. Se alternanza scuola lavoro deve essere percorso formativo perché ci mandate in aziende non idonee?" . Gli studenti contestano anche i "licei brevi" perché "questa deriva porterà la scuola a un modello nozionistico che non sviluppa l’aspetto fondamentale: la capacità di analizzare criticamente il presente". Alla protesta hanno partecipato il collettivo Ccs, Rete Studenti e Casc. "A lavorare gratis non ci stiamo - hanno scandito al megafono - non vogliamo sfruttamento ma formazione. Chiediamo che il ministro Fedeli esca dall'università". Un modo di fare, questo, che non è nuovo in certi ambienti studenteschi (e politici), dove si contesta cercando di allontanare le persone e di negare loro il diritto di parola.
Spintoni, urla e pugni sulle porte anti-panico d'ingresso. E la pretesa di entrare per boicottare l'inaugurazione, anche se la scusa era quella di prendere la parola: "Siamo studenti, ci sono posti vuoti e vogliamo entrare ad assistere", ha urlato una rappresentante del Coordinamento collettivi studenteschi. "Gli studenti preparino un comunicato per farci sapere le loro ragioni", ha risposto il rettore Cristina Messa dal palco nel corso della cerimonia, che ha subito delle interruzioni. "Basta, basta, basta. È tempo di riscatto", urlava una portavoce. Poi un ragazzo ha fatto irruzione in aula ed è stato portato via a braccio. Un'altra ragazza ha urlato al ministro dell'Istruzione Fedeli, nel momento in cui stava entrando: "Vai a laurearti! Un bel vaffa... alla ministra Fedeli. Finisca il liceo lei anziché non farlo finire a noi".
A un certo punto è stato mostrato uno striscione con la scritta "Marcio come i vostri accordi". Un altro ragazzo al megafono ha scandito queste parole: "Non ci stiamo più. Chiediamo diritti e dignità. Il 16 dicembre ci saranno gli Stati generali dell'alternanza scuola-lavoro. Ci stufiamo di lavorare gratis. Questo è un meccanismo per arricchire chi è già ricco e impoverire il nostro percorso di studi".
Il ministro: "Legittima la diversità di opinioni"
"Le cose che avete detto stanno già nel dibattito con gli studenti - ha detto il ministro prendendo la parola dopo la contestazione -. Ci sono dei dati oggettivi: quando è stata fatta la giornata nazionale, delegazioni sono state ricevute anche dal mio ministero. Se questa è una concessione? No, è dialogo per risolvere i problemi. L'alternanza scuola-lavoro, essendo un'innovazione didattica, fa parte della formazione e nessuno studente o studentessa può essere utilizzata in modo improprio". E ancora: "Rimaniamo con opinioni differenti. Questo non è un problema che si può risolvere in questo. Ciascuno democraticamente dice la propria opinione.
Penso che il mio ministero debba lavorare con più forza e qualità", ha aggiunto la Fedeli replicando alle provocazioni dei manifestanti. Il portavoce degli studenti poco prima le aveva contestato che "le sue scelte, ministro Fedeli, porteranno a una deriva per la scuola, che diventerà soltanto nozionistica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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