Brescia, già scarcerati jihadisti dell'Isis

Nel 2013 lo stesso tribunale aveva liberato con le stesse motivazioni Anas El Abboubi: oggi combatte coi miliziani dell'Isis

Brescia, già scarcerati jihadisti dell'Isis

Li hanno arrestati il 25 marzo e oggi hanno già i polsi liberi dalle manette. È tornato in libertà Elvis Elezi, l’albanese arrestato per arruolamento con finalità di terrorismo islamico, mentre il tribunale del Riesame di Brescia ha disposto i domiciliari per El Madhi Halili finito in galera con l'accusa di apologia dello Stato Islamico. Una decisione analoga a quella che nel 2013 portò alla scarcerazione anche di Anas El Abboubi, 22enne marocchino di Vobarno arrestato per addestramento con finalità di terrorismo internazionale, poi liberato e divenuto miliziano dello Stato islamico in Siria.

Il tribunale del riesame di Brescia ha rimesso in libertà Elvis Elezi e ha disposto gli arresti domiciliari per El Madhi Halili. Si tratta di due delle quattro persone raggiunte il 25 marzo scorso da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta della procura di Brescia sui reclutatori dello Stato islamico in Italia. In cella resta soltanto Alban Elezi, che ora si trova in carcere in Albania, mentre ancora non si hanno notizie di Anas El Abboubi che ha fatto perdere le proprie tracce quando è appunto partito appunto per la Siria per combattere tra i miliziani del califfo Abu Bakr al Baghdadi. Secondo il tribunale della Libertà di Brescia non ci sarebbero elementi sufficienti a tenere in cella gli arrestati. Peccato che la motivazione ricordi quella presa dal Riesame nell’estate del 2013, quando scarcerò Anas El Abboubi, al tempo arrestato per terrorismo.

I giudici del Riesame hanno ritenuto gli indizi raccolti a carico di Elvis Elezi e El Madhi Halili insufficienti a trattenerli in carcere.

Eppure non solo Halili è ritenuto l'autore del manifesto Lo Stato Islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare, un documento di 64 pagine finalizzato (secondo la procura) ad arruolare musulmani nell'Isis, ma gli investigatori hanno addirittura trovato nel suo computer un manuale con le indicazioni per confezionare bombe e ordigni. Si vede non abbastanza per i giudici di Brescia.

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