A novembre, sono in molti a scegliere di fare dire una Santa Messa a suffragio dell'anima di questo o quel defunto: si va dal parroco, si indica il nome delle persone che si intendono ricordare nelle preghiere e quindi, se si vuole, si corrisponde un'offerta in denaro.
Da tempo sono spariti - o almeno dovrebbero - i cosiddetti "prezziarii", vere e proprie tabelle con i costi di questa o quella celebrazione. Eppure nella chiesa di San Girolamo della Certosa a Bologna, denuncia il quotidiano felsineo Il Resto del Carlino, che raccoglie la segnalazione di una lettrice, i padri passionisti farebbero pagare 15 euro per una funzione, "indipendentemente dal numero dei nomi da citare."
Una pratica che non molti anni fa era stata condannata apertamente dallo stesso Papa Francesco, che nel 2014 invitò i fedeli a denunciare questi casi che rappresentano oltretutto "peccato di scandalo".
Eppure a quanto pare a Bologna la pratica è ancora in uso: i cronisti del Carlino hanno confermato la denuncia della loro lettrice.
Per una Messa si deve pagare."E allora i defunti dei poveri, del disoccupato, delle persone in difficoltà vanno tutti all’inferno?", si chiede la signora bolognese che ha aperto il caso. Ma la domanda risuona nella testa di tutti noi.
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