Il Papa contro gli "affaristi": "Via i prezzari dalle chiese"

Bergoglio: "Dio non ha nulla a che vedere coi soldi. I laici abbiano il coraggio di denunciarli". Ma il presidente Cei: "I sacramenti non sono pagati"

Papa Francesco in udienza generale  il 12 novembre 2014
Papa Francesco in udienza generale il 12 novembre 2014

Papa Francesco si scaglia di nuovo contro i "vizi" della Chiesa, quelli che fanno "scandalizzare il popolo" e allontanare le persone dalla religione. Questa volta nelle mire di Bergoglio è finito il "prezziario" delle parrocchie.

"Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi?", si chiede il Pontefice durante l'omelia a Santa Marta, raccontando un un episodio a cui ha assistito da giovane sacerdote: "Ero con un gruppo di universitari e voleva sposarsi una coppia di fidanzati. Erano andati in una parrocchia, ma volevano farlo con la messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto: 'No, no: non si può'. 'Ma perché non si può con la messa, se il Concilio raccomanda di farlo sempre con la messa?'.'No, non si può, perché più di 20 minuti non si può. Ci sono altri turni'. E per sposarsi con la messa hanno dovuto pagare due turni".

"Questo è peccato di scandalo", ha concluso il Papa, "Ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente". Quindi ha chiesto a tutti di denunciare "in faccia al parroco" il traffico di soldi in parrocchia.

"Non c’è un commercio e non ci può essere un commercio tra le cose sacre. I sacramenti non sono assolutamente pagati, in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della Chiesa", ribatte però il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, "Anche i nostri parroci di fronte a situazioni di impossibilità di avere un’offerta, sicuramente non rifiutano di dare nessun sacramento. Questo è certo. Si può

538em;">camminare sempre meglio per fare capire a tutti quanti che non c’è un commercio e non ci può essere un commercio tra le cose sacre, nessun tipo di compenso materiale".

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