"Bomba" No Tav sulla polizia. Ecco il piano per disinnescarla

Minacce, avvertimenti e "chiamate alle armi" per gli anarchici. Sabato a Chiomonte rischio scontri. E il Viminale si prepara...

"Bomba" No Tav sulla polizia. Ecco il piano per disinnescarla

Sabato a Chiomonte sarà il redde rationem. Il popolo No Tav ha già dichiarato guerra al governo dopo l'ok da parte di Conte alla grande opera della Torino-Lione. Il movimento che si oppone all'alta velocità di fatto ha minacciato disordini e "problemi di ordine pubblico" in val di Susa per sabato pomeriggio. E i timori di una guerriglia sono stati avanzati, come rileva l'Adnkronos, anche dai servizi. Gli elementi che possono rendere la giornata di sabato ad alta tensione sono due: il primo è, come detto, il sì alla Tav da parte del governo, il secondo fattore è la condanna degli anarchici a Firenze qualche giorno fa per l'attentato dinamitardo che ha colpito un poliziotto artificiere a Capodanno 2017. Due fatti che potrebbero accendere gli scontri di Chiomonte con la presenza di appartenenti al fronte antagonista e anarchico. Anche i reparti mobili di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza sono stati allertati sui potenziali pericoli relativi ad azioni di gruppi organizzati in stile 'black bloc', ovvero di attacchi 'mordi e fuggi' con lanci di pietre, petardi, fumogeni e razzi. Ma il vero timore che in questo momento accompagna i servizi e le forze dell'ordine è la possibilità che tra i No Tav di Chiomonte possanno infiltrarsi anarco-insurrezionalisti provenienti da tutta Italia e sedotti da questa "chiamata alle armi" arrivata proprio da chi si oppone ad una grande opera come la Torino-Lione. Da questi timori e soprattutto dai segnali che corrono sul web, arriva il piano del Viminale per garantire la sicurezza nel corso della manifestazione: "Sabato c'è il campeggio dei No Tav in Val di Susa e quindi la mia priorità è mandare 500 uomini lì per evitare che provochino disastri".

Ma a quanto pare la mossa del Viminale preoccupa il vicesindaco di Venaus che vede nell'invio massiccio di agenti in val di Susa una sorta di "provocazione": "L'atteggiamento di barricata di sabato lo sta creando l'esagerazione del Prefetto di Torino, i 40mila che partecipano al campeggio si avvicineranno al cantiere per un momento di informazione, molti sono interessati a vedere coi propri occhi un pezzo di Italia militarizzato al quale nemmeno tutti i coltivatori che lì hanno le vigne possono accedere. C'è l'interesse a capire meglio con mano l'oggetto del contendere. Ci si avvicinerà all'area del cantiere pere prendere visione di quello che è, senza entrare. Sarà una passeggiata a fini conoscitivi", ha affermato all'Adnkronos Erwin Durbiano.

Poi l'attacco al piano del Viminale: "Sabato non potrò partecipare in prima persona alla manifestazione, di certo rispondere alla volontà di avere un dialogo con uno scudo di 500 poliziotti è il modo per innescare la miccia. Lo Stato non ha volontà di riconciliarsi con il movimento popolare di una zona lacerata dalla Tav da 30 anni. Noi ci abbiamo provato, inutilmente. Lo Stato, dal canto suo, spende 90mila euro al mese solo per la sicurezza del cantiere". Di certo la manifestazione di sabato potrebbe avere conseguenze serie sul fronte della sicurezza. L'auspicio è che i No Tav manifestino senza però alzare il tiro e mettere nel mirino i poliziotti.

Salvini è stato chiaro: "Ognuno manifesti liberamente il suo pensiero, ma ogni eventuale atto di violenza verrà contrastato con fermezza. Saranno circa 500 gli agenti impegnati sul posto nel fine settimana, sono costantemente in contatto con la prefettura di Torino".

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