Flixbus, Megabus, la liberalizzazione dei servizi sulla lunga percorrenza, ha fatto sì che in Italia dal 2014 in poi il mercato dei bus low cost sia esponenzialmente aumentato. Moltiplicando in soli due anni i collegamenti tra città italiane ed europee a tariffe davvero vantaggiose, che vanno da 1 solo euro fino ad un massimo di 20, e creando tantissimi nuovi posti di lavoro.
Il modello Flixbus, che con la Brexit ha guadagnato tutta la fetta di mercato europeo che prima presidiava l'anglosassone Megabus, è ad oggi il più riuscito. Nata come una startup fondata nel 2011 da tre giovani tedeschi oggi effettua più di mille collegamenti al giorno, su un totale di 900 destinazoni in 20 paesi. E Flixbus no possiede nè pullman nè autisti alle proprie dipendenze, ma si appoggia a dei partener esterni in tutta Italia, che si occupano dei mezzi e dei guidatori.
Sulla stessa scia e soprattutto non potendo restare indietro in un mercato che viaggia così veloce, tra qualche mese anche la società di trasporti nazionale entrerà in competizione: infatti, Ferrorvie dello Stato ha annunciato di voler rilanciare l'attivita di Bus Italia - già controllata da Fs - per arginare le perdite che le compagnie low cost stanno arrecando alla società. "Il modello Flixbus non mi piace assolutamente – ha spiegato a La Stampa l’ad delle Fs, Renato Mazzoncini, presentando il nuovo piano industriale - Però questa è una nicchia importante da presidiare".
Sarà difficile, però per Fs stare al passo con la concorrenza, Flixbus, che per ogni nuova tratta offre per i primi 20 giorni 20 biglitti per ogni corsa al prezzo di solo 1 euro, ha infatti anche lanciato un nuovo servizio "Interflix" che sul modello dell'Interail europeo permetterà di raggiungere cinque città fra oltre 900 mete del continente a 99 €.
Ma tra chi vede nei servizi di trasporto low cost un'opportunità, c'è anche chi accusa Flixbus di concorrenza sleale. Giuseppe Vinella presidente dell’Anav, l’associazione delle imprese di trasporto passeggeri di Confindustria, non ci sta e dichiara al La Stampa: "Riempiranno anche i mezzi ma a quale costo? I loro partner, visto la magra remunerazione che ricevono, non riusciranno certo a reggere. Flixbus è un’impresa virtuale, finirà per distruggere il mercato". E per niente soddisfatto della nuova politica dei trasporti low cost, Vinella ha presentato diversi ricorsi al ministero dei Trasorti, al Tar e all'Antitrust: "Come è possibile che Flixbus abbia ottenuto quasi 70 autorizzazioni possedendo un solo pullman con un unico autista? - commenta Vinella - Le autorità ce lo devono spiegare, così come chiediamo al ministero del Lavoro di verificare di quali tutele godano gli autisti impiegati dai loro partner. Perché se è questo è il nuovo modello anche noi prima o poi saremo costretti ad adeguarci. Ovviamente licenziando i nostri 1500 dipendenti".
Andrea Incondi, manager di Flixbus Italia, non è però per nulla preoccupato: "La legge 285 del 2005 consente anche l’associazione d’impresa per cui noi siamo perfettamente in regola - spiega sulle pagine del quotidiano torinese - Quello di Vinella è solo un tentativo di delegittimarci. Non siamo come Uber, le 70 autorizzazioni che ci sono state concesse sono perfettamente legittime».
Ma a non essere convinti della legittimità di Flixbus ci sono anche i sindacati dei lavoratori dei trasporti che sono preoccupati che possa succedere alla compagnia
tedesca quello che è successo con il caso Megabus, che una volta ritiratasi dal mercato europeo ha lasciato a casa 125 autisti. Ma per Flixbus la cifra di guidatori che lascerebbe senza lavoro supererebbe le 6 centinaia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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