È stato arrestato dai carabinieri il boss calabrese Simone Cuppari, capo della omonima 'ndrina originaria di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria, e con base a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, da dove controllava le attività di traffico di stupefacenti e riciclaggio in tutta l'Italia. Cuppari era ricercato dal febbraio del 2017, quando era sfuggito alla cattura nel corso dell'operazione "Design", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di L'Aquila e condotta dai carabinieri del comando provinciale di Chieti. Il boss è stato rintracciato e arrestato dagli uomini dell'arma in un'abitazione della provincia di Bergamo. A tradire il boss, come si legge su "La Gazzetta del Sud" una telefonata per prenotare una vacanza per la settimana di Ferragosto dove sarebbe andato con la moglie e i due figli a Eraclea Terme, in provincia di Venezia. Cuppari è stato condannato in primo grado a ventotto anni di reclusione per traffico di cocaina dal tribunale di Chieti lo scorso mese di luglio in relazione alle indagini che hanno portato all'operazione "Shot 2009", e su di lui pendevano tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalle Dda di L'Aquila e di Reggio Calabria e dal Tribunale di Pescara per le operazioni "Sparta" e "Banco Nuovo" condotte dai carabinieri di Pescara e di Locri.
Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Chieti erano iniziate nel 2014 ed era emersa una vera e propria organizzazione criminale costituita, organizzata e consolidata sul territorio abruzzese, con le connotazioni tipiche della criminalità organizzata calabrese riconducibile alla "'ndrangheta", i cui promotori e sodali principali provenivano dall'area calabrese ed erano strettamente collegati, per parentela diretta o indiretta e per fitte reti di scambio criminale, con le più note famiglie 'ndranghetiste della cosiddetta "Locale di Africo". Dopo l'indagine "Adriatico", infatti, che aveva evidenziato, seppur in fase processuale, l'esistenza nel Vastese di un'organizzazione riconducibile alla camorra, l'operazione "Design", per la prima volta, ha evidenziato la costituzione ed il radicamento in territorio abruzzese di un'organizzazione criminale di stampo 'ndranghetista.
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