Condanna definitiva per la ex suora accusata di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina che frequentava l’oratorio di Busto Arsizio. La Corte di Cassazione ha confermato le sentenze di primo grado e d’appello. Maria Angela Farè è stata quindi condannata in via definitiva a tre anni e sei mesi di carcere per aver abusato sessualmente di Eva Sacconago, la 26enne morta suicida nel 2011.
Confermata la sentenza
La conferma della Corte d’appello era arrivata lo scorso marzo, e ieri, venerdì 20 dicembre, è arrivata anche quella della Corte Suprema. Il reato di cui Farè è accusata è stato definito non conforme alla sospensione della pena per la concessione di una misura alternativa alla detenzione dietro le sbarre. In questi casi i benefici possono essere concessi solo dopo un periodo di osservazione scientifica della personalità della durata di almeno un anno. Il ricorso della difesa è stato rigettato confermando la condanna definitiva. La famiglia della vittima si era costituita parte civile al processo.
L'avvio delle indagini
Le indagini erano state avviate nel 2011, in seguito alla morte della ragazza, avvenuta per suicidio. Secondo quanto ricostruito allora, dal ritrovamento di alcuni diari e fogli scritti da Eva e nascosti nella sua camera, la religiosa, appartenente all’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice, abusava sessualmente della ragazza fin da quando era 13enne. L’ultima violenza sarebbe avvenuta proprio pochi giorni prima del suicidio. Quella volta Farè l’aveva violentata ammanettandole le caviglie al letto. Il legale della famiglia Sacconago aveva parlato durante il processo di “una lunga violenza sessuale per induzione, realizzata approfittando dell'inferiorità psichica della ragazza”. Un rapporto morboso quindi quello tra suor Mary, così chiamata negli scritti ritrovati, e la sua vittima.
Il rapporto morboso tra suora e vittima
Secondo gli atti emersi dal processo, era iniziato quando la ragazza era minorenne ed era poi proseguito fino al 2011. Farè era stata accusata di violenza sessuale, stalking e violenza privata. Lo scorso marzo la Corte d’Appello di Milano aveva confermato la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione. Oltre al risarcimento di 50mila euro alla famiglia della ragazza, perché ritenuta civilmente responsabile anche di stalking. Come hanno scritto dai giudici, l’ex religiosa ha tenuto condotte persecutorie nei confronti della Sacconago, manifestatesi poi in messaggi ossessivi e deliranti, provocando nella vittima “uno stato di ansia e di timore per il proprio futuro”, espressione della “totale perdita di controllo della suora e di una gelosia ingravescente, sconnessa e pericolosa”. La sentenza parla anche di chiamate anche notturne e di violenze sessuali vere e proprie dal 2010 al 2011.
Oltre a una gelosia ossessiva, secondo i giudici già nel 2008, la ex suora aveva avuto verso Eva attacchi verbali per il timore che avesse un ragazzo. Da qui la paura della ragazza di essere anche ammazzata qualora si fosse trovata da sola con la sua carnefice e il conseguente desiderio di sparire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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