I proiettili nelle buste non bastano più e nemmeno le taniche di benzina lasciate davanti alle case delle vittime. La criminalità, in Calabria, adesso non lascia stare neppure i morti. E le intimidazioni diventano macabre. Ha pochi precedenti quello che è capitato a Fabrizio Mangone Marino, consigliere comunale di maggioranza a Zagarise, piccolo centro in provincia di Catanzaro. Nella notte tra lunedì e martedì scorsi, qualcuno è entrato nel cimitero del paese e ha danneggiato le tombe dei suoi genitori, per poi dare fuoco alla bara della madre.
I carabinieri di Sellia Marina hanno accertato la rimozione delle lapidi e la distruzione dei muri dei due loculi. In quello dove è sepolta la madre del consigliere è stata gettata una bottiglia di benzina, con il fuoco che ha parzialmente danneggiato la bara. Ferma la condanna del sindaco di Zagarise, Domenico Gallelli, che non ha escluso un collegamento tra l'attività politica di Mangone Marino e l'intimidazione subita. Vicinanza e solidarietà sono state espresse anche dal gruppo di maggioranza del Comune, secondo cui la macabra minaccia «deve interrogarci tutti su come sta diventando il nostro paese». Il deputato del Pd Antonio Viscomi ha parlato di gesto «orribile e barbaro» che «impone a tutti di prendere posizione chiara e netta, non con le parole ma con i fatti». La Calabria è tristemente nota per le minacce agli amministratori pubblici. Secondo l'ultimo Rapporto di Avviso pubblico, nel 2017 sono stati 70 i casi di intimidazione ai danni di sindaci e consiglieri comunali della regione, con le province di Reggio Calabria e Cosenza ai vertici della classifica (18 episodi a testa). Stanno messe peggio solo Campania e Sicilia, rispettivamente con 86 e 79 casi denunciati. I danneggiamenti e i messaggi minatori non riguardano solo personaggi pubblici.
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