Non le ha certo mandate a dire il senatore leghista Roberto Calderoli a Nicola Morra, il presidente grillino della Commissione parlamentare antimafia, resosi protagonista di una gaffe nei giorni scorsi. Morra aveva infatti usato parole pesanti nei confronti della defunta Jole Santelli, governatrice della Calabria, scomparsa prematuramente lo scorso 15 ottobre. In molti avevano condannato il grillino e anche il M5s aveva preso le distanze.
"Era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso” aveva detto. Dichiarazioni che hanno toccato molto anche Roberto Calderoli che, intervistato da Libero, non ha taciuto, ricordando che lui stesso combatte da oltre 8 anni con un tumore.
Calderoli: "Morra è indecente"
"Quello che ha detto Morra è indecente. In un colpo solo ha offeso la memoria di una persona defunta che era umanamente e politicamente forte, i cittadini calabresi e tutti i malati di tumore che si sono sentiti discriminati" ha tenuto a sottolineare il leghista. Il messaggio celato è secondo Calderoli quello che fa più male, ovvero, chi è malato di cancro è diverso. Praticamente proprio quello che nessun malato di tumore dovrebbe sentirsi dire. Per questo motivo il leghista ha parlato non di decadimento, ma di vera e propria degenerazione della classe politica. E diciamo che cercando di salvare la sua pessima uscita, Morra è riuscito anche a fare peggio, asserendo che non è un suo problema se le sue parole servono a riverginare l'imene di chi si è trastullato nel tempo. In questo modo, secondo Calderoli è riuscito a insultare tutte le donne. Le femministe di sinistra però, come precisato dal senatore, sono state zitte.
L'esperienza del leghista
Parlando della sua esperienza personale, Calderoli ha spiegato di aver "sempre cercato di far coincidere ricoveri e controlli con i periodi di vacanza. Per il resto ho sempre lavorato. Ricordo una volta, era il 2012, stavamo scrivendo la riforma sul presidenzialismo e la delegazione venne da me in ospedale. Io ero a letto, non riuscivo a stare seduto, ma abbiamo lavorato ugualmente. Nel 2013, l'anno in cui ho subito l'intervento più grosso, ricordo di aver fatto un comizio in Emilia assieme a Tremonti, con ancora indosso i drenaggi...". Ha poi aggiunto di non aver mai avuto timore a raccontare la sua malattia, e questo è servito sia a lui che alle altre persone.
Infatti, come da lui stesso affermato, ancora oggi in molti lo contattano per chiedere consigli. E un consiglio ha voluto darlo anche a Morra: “Prima di aprire bocca dovrebbe andare a farsi un giro in un reparto di oncologia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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