Un sacerdote della diocesi di Cremona ha celebrato giovedì scorso una Messa alla presenza di 13 fedeli. I carabinieri sono entrati in chiesa durante la celebrazione, invitando il prete a sospendere la funzione.
L'episodio di cronaca ha alimentato una serie di polemiche. La "Messa proibita" rischia di rappresentare uno spartiacque nella storia delle disposizioni prese per evitare la diffusione del contagio. Intanto perché la diocesi - come raccontato su Avvenire - ha preso posizione. Al vescovo cremonese non è piaciuto il fatto che il consacrato ed fedeli si siano riuniti in un assembramento nonostante le restrizioni fossero chiare. E ora arriverà anche una multa. Una sanzione destinata tanto al prete quanto agli astanti. Tutto risolto? Circola più di qualche "però".
Emisferi cattolici stanno insistendo su due punti: in primis, le forze dell'ordine - dicono - non avrebbero potuto operare in quel modo; in secundis, vale la pena sottolineare come, sin dal principio della pandemia, alcuni cattolici, in specie quelli tradizionalisti, abbiano spinto sulla natura prioritaria dei sacramenti. Recarsi al supermercato, insomma, non sarebbe più importante rispetto a ricevere l'eucaristia. Non si è mai smesso di discutere attorno a queste questioni. Oggi, poi, è arrivata una considerazione del Vaticano.
Il cardinale Angelo Becciu è stato piuttosto chiaro: le Messe non possono essere interrote. E questo principio dovrebbe valere a prescindere da quale l'autorità sia pronta ad intervenire per far sì che le celebrazioni eucaristiche vengano sospese. Le disposizioni delle autorità civili sono state adottate anche dalla Chiesa cattolica. Ma da qualche giorno a questa parte è in corso un dialettica sulla "fase 2". Il periodo che dovrebbe prevedere il ripristino della celebrazione delle Messe aperte al pubblico, pur rispettando il distanziamento sociale, con l'obbligo delle mascherine e tutto il resto.. La Conferenza episcopale italiana ci sta ragionando. Pure Papa Francesco, qualche giorno fa, ha ricordato che la Chiesa odierna - quella costretta a fare i conti con le restizioni dovute alla pandemia - non è quella vera. Se non altro perché il cattolicesimo è fondato sui sacramenti. Quelli che ora le persone non possono ricevere. E poi c'è la prossimità umana, che ora non può essere sempre garantita.
L'intervento di Becciu, che ha scelto Twitter per far conoscere il suo punto di vista, è stato originato proprio dall'episodio di cronaca raccaontato. Ecco, il genere di intervento messo in atto dai carabinieri, per il cardinale Becciu, non è né possibile né tollerabile. Il porporato italiano non è un consacrato qualunque: il cardinale Angelo Becciu è il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Si tratta di un ecclesiastico tenuto molto in considerazione da Papa Francesco. Questa è la riflessione che il "principe della Chiesa" - come riportato pure dall'Agi - ha scritto sul social newtork citato: "A un sacerdote esterrefatto per quanto accaduto a un confratello nella diocesi di Cremona ho detto: deve essere difeso il principio che a nessuna autorità è consentito di interrompere la messa. Se il celebrante è reo di qualche infrazione sia ripreso dopo, non durante!". Al limite, quindi, persiste la possibilità di intervenire a Messa finita.
Si tratta del resto di sacro. Per quanto le "esigenze spirituali", in queste fasi, siano state poste in secondo piano rispetto ad esigenze di altra tipologia. Il punto è particolarmente discusso negli ambienti cattolici e non. Anche perché, in queste settimane, alcuni sacerdoti sono stati ripresi. Altri sono stati persino multati. Le cosiddette "Messe clandestine" sono un fenomeno residuale.
C'è almeno un precedente che è balzato agli onori delle cronache: qualcosa di molto simile è accaduto pochi giorni fa a Piacenza, con tanto di multe seguite alla celebrazione pubblica. Ma ora sembra che anche il Vaticano vorrebbe che i fedeli, seppur rispettando le norme sul distanziamento sociale, possano di nuovo partecipare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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