Marta Cartabia, presidente della Corte costituzionale, appena guarita dal coronavirus, ha rilasciato una intervista a il Corriere, dove ha ripercorso i momenti della sua malattia e ha spiegato che nella Costituzione ci sono le vie per uscire dalla crisi. Non si è mai fermata durante il periodo di contagio, ha sempre lavorato dalla sua casa milanese.
Guarita dal Covid-19
La presidente ha raccontato come ha vissuto questo duro periodo della sua vita, nel quale si è trovata impotente e disorientata, messa di fronte a qualcosa di sconosciuto e doloroso. Ha ringraziato e ricordato i medici che l’hanno avuta in cura, persone competenti e coraggiose che le hanno subito ispirato fiducia e ai quali si è affidata, nonostante il gran senso di insicurezza e paura che genera questo virus. Il suo pensiero è stato spesso rivolto ai colleghi, verso i quali ha provato sollievo quando ha saputo di non aver contagiato nessuno di loro, nonostante avessero lavorato insieme fino all’ultimo. Convinta che “dall’esperienza personale si possano trarre insegnamenti e riflessioni utili anche sul piano collettivo”.
Quattro le parole di cui ha riscoperto il valore in queste settimane: mancanza, essenzialità, solidarietà, creatività. La mancanza delle persone care, amici e familiari; uno stile di vita più semplice, essenziale; l’essere aperti e solidali verso gli altri, aiutandoli spontaneamente nei momenti di bisogno; e infine il sapere ingegnarsi e pensare a soluzioni alternative quando le solite non si possono usare. Per un nuovo inizio, e non solo un ritorno al punto di partenza.
Nella Costituzione le vie per uscire dalla crisi
Nella nostra Costituzione, anche durante momenti di crisi, “valgono i principi di sempre, ma ciò non significa che non si debba tener conto delle circostanze e delle loro peculiarità. Sul piano economico, ad esempio, l’articolo 81 prevede che il principio dell’equilibrio di bilancio tenga conto delle fasi favorevoli e di quelle avverse, ed è un’indicazione importante”. Per sostenere la ripresa economica si può quindi ammorbidire il rigore normalmente richiesto. Vi è anche la possibilità di limitazioni ai diritti, purché queste siano mosse da principi di necessità, proporzionate e circoscritte nel tempo. Le domande da farsi sono essenzialmente: “Si sta perseguendo uno scopo legittimo? La misura è necessaria per quello scopo? Si è usato il mezzo meno restrittivo tra i vari possibili? Nel suo insieme, la norma limitativa è proporzionata alla situazione?”.
Cartabia ha poi sottolineato che il confronto è parte essenziale nella vita di una Nazione democratica, e che le critiche servono, basta però che siano costruttive. In modo da non limitarsi a polemizzare, ma cercando di lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo comune. Ovviamente questo vale per entrambe le parti in gioco. La presidente ha anche fatto riferimento al Capo dello Stato e al Papa. Negli ultimi suoi interventi, Mattarella ha parlato di condivisione, coinvolgimento, concordia. Il Papa ha fatto riscoprire il senso di appartenenza, sottolineando che nessuno può salvarsi da solo. Entrambi hanno voluto sottolineare che, soprattutto in questo difficile momento che stiamo vivendo, è necessario cooperare ed essere uniti.
Il rapporto tra Stato e Regioni
Per quanto riguarda il rapporto tra Stato e Regioni, Cartabia ha spiegato che nella Costituzione c’è una linea di divisione tra le due competenze, ma che poi, nella realtà, queste si intrecciano. La cooperazione è fondamentale. Ma lo stesso principio vale anche tra Corte e Parlamento? “La giustizia costituzionale e l’attività legislativa sono due ambiti distinti. Ma la separazione dei poteri non è in contrapposizione con la cooperazione istituzionale, anche tra Corte e Legislatore. Anzi. L’indipendenza della Corte non contraddice l’interdipendenza tra le istituzioni, valore trascurato ma altrettanto importante, specie in società complesse come le nostre”. Si deve riuscire a mantenere il giusto equilibrio. Parlando delle sentenze, la presidente ha sottolineato che ognuna di esse “ha una motivazione, spesso ampia e ricca, che offre interpretazioni utili anche per casi ulteriori e talora segnala la necessità di un seguito da parte di altri soggetti”.
La Corte ha sempre lasciato per prima cosa la parola alle Camere, rispettando gli spazi del Legislatore. Ma non può comunque tralasciare il suo ruolo di garantire i principi costituzionali, e quindi di giudicare la costituzionalità della legge che deve esaminare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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