Tre mesi di reclusione e 100 euro di multa per aver cercato di sostituire la bandiera dell'Unione europea con il tricolore. È la pena inflitta a Simone di Stefano, vicepresidente di Casapound che sabato scorso, durante una manifestazione davanti alla sede del Parlamento Europeo, si è arrampicato su una scala e ha staccato il vessillo. L'intenzione era quella di piazzare sul pennone la bandiera italiana, in segno di protesta.
Di Stefano era stato arrestato sabato con l'accusa di furto aggravato e ha subìto questa mattina un processo per direttissima in cui il giudice ha convalidato l'arresto, ma ha disposto la sua scarcerazione con l'obbligo di firma bisettimanale. Davanti al tribunale decine di militanti di Casapound si erano riuniti pacificamente per chiedere la liberazione del vicepresidente, sventolando numerose bandiere tricolore e scandendo slogan contro il governo ed i partiti, le cui sedi "sono piene di corrotti e massoni". Esposto anche uno striscione con scritto "Alcuni italiani non si arrendono".
Il difensore di Di Stefano, l’avvocato Domenico Di Tullio, fuori dall’aula ha spiegato: "Il mio assistito ha anche fatto ritrovare la bandiera.
Il suo è stato un gesto dimostrativo nell’ambito di una manifestazione assolutamente pacifica". Per questo il giudice monocratico Carlo Sabatini ha concesso le attenuanti: per la vicenda il pm Simona Sgro aveva chiesto sei mesi di reclusione e 180 euro di multa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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