Lui è tornato. Non solo nelle sale cinematografiche, ma anche sul fianco del Monte Giano dove CasaPound Italia ha provveduto a ripristinare il tributo arboreo realizzato nel 1939 dagli allievi della Scuola delle Guardie Forestale di Cittaducale per omaggiare Benito Mussolini.
“Quella scritta ha superato indenne settant’anni di antifascismo militante, non consentiremo che venga cancellata dal gesto imprudente di uno sciocco”. Così, all’indomani dell’incendio boschivo che aveva devastato la scritta “Dvx”, le tartarughe frecciate si erano mobilitate attivando una raccolta fondi dedicata al rimboschimento della scritta monumentale e la selezione di una task force di vivaisti da coinvolgere nel progetto.
Una squadra di circa duecento volontari, ieri, ha sfidato la neve e le asperità del massiccio per portare a termine la “missione”. A fine giornata, rende noto il vicepresidente di Cpi Andrea Antonini, “sono stati ripiantumati e messi a dimora mille pini austriaci, analoghi a quelli andati distrutti, acquistati grazie alla raccolta fondi a cui hanno partecipato tantissimi italiani” (guarda le foto).
“Quello di oggi - ha spiegato - è però anche un atto simbolico. Vogliamo che l’Italia, e il Lazio con lei, torni a essere quello che era una volta: un Paese coraggioso e capace di opere straordinarie, come fu quella scritta realizzata durante il fascismo, che ancora oggi rappresenta un presidio indefettibile per la sicurezza del territorio reatino”.
Oltre al valore storico, infatti, le radici degli alberi svolgevano una preziosa funzione drenante e il danno ambientale causato dall’avanzata del fuoco ha esposto l’area al rischio di dissesto idrogeologico. Nonostante l’allarme lanciato dall’assessore regionale del Lazio alle Infrastrutture, Politiche abitative ed Enti locali, Fabio Refrigeri, dalla Pisana non sono ancora state stanziate le risorse necessarie alla riforestazione del territorio.
“All’epoca dei fatti – tuona il candidato presidente alla Regione Lazio Mauro Antonini – la giunta Zingaretti si è dimostrata assolutamente impreparata a fare fronte all’emergenza, impiegando l’unico
elicottero operativo per domare gli incendi della pineta di Castel Fusano”. E conclude: “Dopo il danno la beffa, perché a sei mesi di distanza dal rogo se non ci pensava CasaPound la situazione sarebbe rimasta quella che era”.
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