Monte Giano, al via le sottoscrizioni per salvarlo

La monumentale scritta "Dux" del Monte Giano danneggiata da un incendio. Ecco come potrebbe tornare al suo antico splendore

Monte Giano, al via le sottoscrizioni per salvarlo

Non è stata opera della Boldrini o di Fiano, bensì di un contadino maldestro che è inavvertitamente riuscito a mandare in fumo la monumentale scritta “Dux” del Monte Giano. Pesantemente danneggiati dall’incendio, i 20 mila pini che la componevano offrivano ad ogni nevicata uno spettacolo unico e visibile persino dal Gianicolo o da Monte Mario.

Il rogo che li ha inghiottiti è stato salutato con giubilo dai soliti antifascisti di maniera, suscitando l’atterrimento del sindaco del comune reatino di Antrodoco Alberto Guerrieri. “Un pezzo importante della nostra identità è andato in fumo tra la felicità di alcuni, quelli che telefonano in comune chiedendomi di vergognarmi perché manteniamo un’opera del genere”. Ha scritto Guerrieri sul suo profilo Facebook.

Ma, tra chi festeggia e chi si dispera, non tutto sembra esser perduto. “La scritta Dux sul Monte Giano tornerà”. Parola dell’ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace che, dalle colonne del suo Giornale d’Italia, avverte: “Se non ci penseranno le istituzioni, saranno i cittadini a dare vita a una straordinaria sottoscrizione popolare per restituire alla montagna di Antrodoco quello che le è stato strappato dalle fiamme”.

Anche la risposta di CasaPound Italia non si è fatta attendere. In quel di via Napoleone III, le “tartarughe frecciate” hanno già attivato una raccolta fondi per riportare al suo antico splendore il tributo arboreo realizzato nel 1939 dagli allievi della Scuola delle Guardie Forestale di Cittaducale. Al grido di “La storia non si cancella” sono già state fornite le coordinate per i versamenti ed è stata aperta la selezione di vivaisti disposti a collaborare al progetto. “Quella scritta - ricorda CasaPound - ha superato indenne 70 anni di antifascismo militante, non consentiremo che venga cancellata dal gesto imprudente di uno sciocco”.

Ma la questione va ben al di là delle polemiche politiche che, da sempre, hanno intralciato la manutenzione dell’opera che, a causa dell’incuria, ha già rischiato di scomparire in più di una occasione.

Come ha ricordato Fabio Refrigeri, assessore regionale del Lazio alle Infrastrutture, Politiche abitative ed Enti locali, si tratta di “una notevole ferita ambientale” che causerà “un robusto dissesto idrogeologico”. Le migliaia di radici consumate dal fuoco, infatti, non saranno più in grado di drenare e compattare il versante del monte che rischia così di rovinare a valle.

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