Nella caserma occupata dai rom. "La legge? Lascia stare la legge"

Una parte della caserma militare Perotti di Firenze è stata abbandonata ed è stata occupata da un gruppo di famiglie rom che ci vivono dentro e bruciano rifiuti tra degrado e illegalità

Nella caserma occupata dai rom. "La legge? Lascia stare la legge"

Firenze, immerso nel verde delle colline di Coverciano, a qualche centinaio di metri dal centro tecnico che ospita la Nazionale italiana di calcio, c'è uno spazio abbandonato della Caserma Militare Perotti che, ormai da anni, è stato occupato da alcune famiglie rom.

L'area è del Demanio ed è stata affidata al Ministero della Difesa che a sua volta l'ha affidata al Ministero dell'Interno. Nessuno, però, se ne è mai occupato, lasciando che l'area diventasse un vero e proprio insediamento di baracche dove vivono uomini, donne e bambini. Ci sono almeno 15 persone e la condizione igienica della zona appare desolante. Cumuli di immondizia arredano l'area, e da tempo ormai si registrano furti sistematici in appartamenti e campi limitrofi.

Ma ciò che preoccupa di più, sono le denunce per i continui roghi che vengono appiccati all'interno. “Bruciano rifiuti, metalli e ci sono anche fumi tossici” denuncia Michele Pierguidi (Pd), presidente del Quartiere 2 di Firenze, che da anni segnala la condizione “raccapricciante” in cui vivono gli occupanti e che, ha spiegato ai nostri microfoni è diventata “pericolosa anche per i residenti”. L'accesso all'area occupata è delimitato da una cancellata ormai arrugginita. Aspettiamo fuori l'arrivo di alcuni occupanti rom e gli chiediamo di poter entrare per visitare la zona. La risposta è assolutamente negativa. Non vogliono giornalisti a documentare la situazione. “Tu qui non ci puoi entrare” ci dice un rom, “lo hanno detto anche i carabinieri che voi qui non potete venire” ci spiega molto innervosito.

Proviamo a chiedere da dove vengono, ma il loro unico interesse è quello di mandare via le nostre telecamere. Sbattono al cancello, urlano e non vogliono essere ripresi. “Sono in Italia da 15 anni” spiega un occupante, ma appena proviamo a fargli notare che quell'area è dello Stato e loro stanno compiendo un reato, i toni si scaldano. “Perché non ci possiamo stare? Perché lo dici tu?” borbottano in un italiano stentato. “Lo dice la legge? Lascia stare legge, lascia stare”.

Adesso la situazione è stata portata all'attenzione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica (COSP) con prefetto e questore, nella speranza che lo Stato si riappropri dei suoi beni e non li lasci in mano a chi rifiuta le leggi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica