Caso Cucchi, intercettazione choc di uno dei carabinieri: "Magari morisse..."

Negli atti depositati dal pubblico ministero Giovanni Musarò spuntano nuove intercettazioni sul caso

Caso Cucchi, intercettazione choc di uno dei carabinieri: "Magari morisse..."

"Magari morisse, li mortacci sua…". Con questa frase, secondo quanto scritto negli atti depositati dal pubblico ministero Giovanni Musarò durante il processo sulla morte di Stefano Cucchi, uno dei cinque carabinieri imputati, Vincenzo Nicolardi, parlava così del 31enne romano il giorno susseguente all'arresto.

Nel documento in questione sono riportate le intercettazioni di comunicazioni telefoniche avvenute tra le tre e le sette del mattino del 16 ottobre del 2009, tra il capoturno della centrale operativa del comando provinciale e un militare la cui voce, secondo le analisi degli inquirenti, è quella di Nicolardi, ora a processo per calunnia.

Ecco, nella conversazione si fa riferimento alle condizioni di salute di Cucchi (che morirà il 22 ottobre).

Il capoturno: "Mi ha chiamato Tor Sapienza; lì c'è un detenuto dell'Appia, non so quando ce lo avete portato, se stanotte o se ieri. È detenuto in cella e all'ospedale non può andare per fatti suoi". Al che il carabinere risponde: "È da oggi pomeriggio che noi stiamo sbattendo con questo qua".

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