Caso Gard, la Chiesa rompe il silenzio

Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita: "La vicenda del piccolo Charlie e dei suoi genitori colpisce tutti noi per il carico di dolore e di speranza che ci consegna"

Caso Gard, la Chiesa rompe il silenzio

“La vicenda del piccolo bambino inglese Charlie Gard e dei suoi genitori colpisce tutti noi per il carico di dolore e di speranza che ci consegna”. È l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, a rompere l’assordante silenzio della Chiesa sul caso di Charlie, bambino di 10 mesi condannato dalla Corte di Strasburgo a morire per soffocamento. Oggi i medici del Great Ormond Street, l’ospedale pediatrico di Londra dove è tenuto in vita con un respiratore da ottobre, sono autorizzati a staccargli la spina.

Dai microfoni di Radio Vaticana, il presule ha ribadito che “va ascoltata e rispettata anzitutto la volontà dei genitori”. E richiamando a sé la dichiarazione della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles ha ricordato: “Non si può mai porre in essere alcun gesto che metta fine intenzionalmente a un’esistenza umana compresa la sospensione della nutrizione e dell’idratazione”.

Tuttavia, ha aggiunto il monsignore, vanno purtroppo “riconosciuti anche i limiti della medicina” che, allo stato dell’arte, sembra non offrire risposte certe alla rarissima patologia genetica (depressione del Dna mitocondriale) che affligge Charlie.

Quindi, pur rispettando ed ascoltando “la volontà dei genitori” che vorrebbero tentare una difficile cura sperimentale negli States (per il cui finanziamento sono state donate oltre un milione e mezzo di sterline), monsignor Paglia sembra concordare con i tribunali britannici e la Corte europea su un punto: “Evitare ogni accanimento terapeutico sproporzionato o troppo gravoso”.

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