Il caso della minorenne che i giudici autorizzano cambiare sesso

Da Alessia diventerà Alessio e gli interventi per la sua trasformazione da femmina a maschio saranno pagati dalla collettività. A stabilirlo il Tribunale di Genova, che ha accolto il ricorso dei genitori della 17enne: una sentenza che farà discutere

Il caso della minorenne che i giudici autorizzano cambiare sesso

"Equilibrio psico-sessuale". È il concetto alla base della decisione con cui il Tribunale di Genova ha accolto la richiesta dei genitori di una ragazza 17enne che chiedeva di cambiare sesso, diventando così un uomo. Lo riporta La Stampa. Secondo il quotidiano torinese, si tratta di una sentenza destinata a fare giurisprudenza. Infatti, nell'ordinamento italiano, è la prima volta che i giudici autorizzano il cambio sesso di una persona non ancora maggiorenne. Inevitabile discutere se Alessia, così si chiama la ragazzina, alla sua età si possa considerare capace di intendere e di volere, specie per assumere una decisione così delicata.

Il Tribunale ha stabilito che la ragazza può sottoporsi subito a un "irreversibile e invasivo intervento chirurgico, che lo Stato sosterrà economicamente "per assicurarle il benessere psico-fisico", si legge nel dispositivo della sentenza. Alessia, che sessualmente e all'anagrafe diventerà Alessio, ha vinto una battaglia cominciata due anni fa. Aveva solo 15 anni quando insieme a mamma e papà aveva rivendicato il diritto di cambiare sesso, sentendosi prigioniera di un corpo che non le apparteneva. Alla fine i giudici, non senza polemiche, le hanno dato ragione.

In effetti, è la prima volta che in Italia una persona minorenne viene autorizzata a sottoporsi a un intervento per il cambio di sesso, nel caso specifico un intervento di

isterectomia (asportazione dell'utero). Come ricorda La Stampa, Alessia era affetta da una patologia nota come "disforia di genere", un disturbo che consiste nel non riconoscersi nella propria identità di genere.

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