Carte riguardanti le risposte del governo di Malta, documenti sul coinvolgimento nelle scelte operate due anni fa dell'intero governo Conte I, costituzione di parte civile di altre Ong e di alcuni comuni. La Nuova udienza preliminare a Palermo sul caso Open Arms è culminata con la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Matteo Salvini da parte della Procura del capoluogo siciliano.
In aula in mattinata è stato presente anche lo stesso ex ministro dell'Interno , accusato di sequestro di persona e abuso di ufficio. La vicenda, nata nell'agosto del 2019, ha al centro il diniego ordinato dallo stesso Salvini, in qualità di titolare del Viminale, all'ingresso in acque italiane della nave spagnola Open Arms.
La richiesta di rinvio a giudizio
Dopo una breve camera di consiglio, dopo le 12:30 è iniziata la discussione da parte della Procura di Palermo. A parlare in primo luogo è stata la procuratrice aggiunta Marzia Sabella, seguita dal pubblico ministero Geri Ferrara. A conclusione invece si è tenuto il discorso del procuratore Francesco Lo Voi: "Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio", ha dichiarato il capo della Procura a conclusione della discussione.
Con questa frase Lo Voi ha ufficialmente chiesto il rinvio a giudizio per Matteo Salvini. Una posizione differente da quella della procura di Catania per il caso Gregoretti, in cui i magistrati etnei hanno chiesto l'archiviazione per il segretario della Lega.
Le carte portate in aula dalla difesa di Salvini
Il caso Open Arms ha dato vita a un procedimento parallelo a quello relativo al caso Gregoretti, in corso di svolgimento a Catania e che vede come imputato proprio il segretario del carroccio. Nel corso dell'udienza, Salvini ha fatto riferimento non a caso proprio agli sviluppi relativi sulla vicenda Gregoretti.
Nel capoluogo etneo è infatti emersa una ricostruzione secondo cui l'allora capo del Viminale, nell'emanare i divieti di ingresso alle navi con migranti a bordo, ha seguito la linea sull'immigrazione del governo Conte I.
Una linea che, tra le altre cose, prevedeva lo stop allo sbarco dei migranti per intavolare trattative con l'Europa sulla redistribuzione degli stessi. Per questo ieri la difesa di Salvini ha annunciato di aver depositato nuovi documenti che attesterebbero la congruità dell'operato dell'ex ministro dell'Interno con le posizioni del primo governo guidato da Giuseppe Conte.
Tra le carte ci sarebbero anche trascrizioni di alcune udienze tenute a Catania nell'ambito del caso Gregoretti: “In realtà in Open Arms chi stava gestendo tutto era la Presidenza del Consiglio – ha dichiarato l'avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, all'AdnKronos – con una lettera dell'ex premier Giuseppe Conte. E altre carte sul ruolo che avrebbe svolto l'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli”.
“Sono documenti – si legge ancora nelle dichiarazioni del legale – che servono a dimostrare che si trattava non di un atto estemporaneo di Salvini ma di una procedura che iniziò con il Governo Conte I. Già il 15 agosto 2019 Conte disse che si stava occupando della redistribuzione”.
L'accusa, mandata avanti dal tribunale dei ministri di Palermo dopo il fascicolo aperto nell'agosto del 2019 dalla procura di Agrigento, sostiene invece che Matteo Salvini abbia agito da solo e senza coordinazione con il resto del governo.
Malta alle Ong: "Avete deciso di bighellonare"
Poco dopo l'inizio dell'udienza, il giudice per le indagini preliminari ha deciso di non ammettere la stampa. L'aula bunker del carcere Ucciardone, dove si sta tenendo il dibattimento, è dunque blindata e con l'assenza al suo interno dei giornalisti. Ma qualcosa è ugualmente trapelata. A partire da una mail, consegnata agli atti, inerente il governo di Malta: "Avete intenzionalmente continuato a procrastinare per mettere ulteriore pressione su Malta - è l'accusa lanciata dal centro di coordinamento di soccorso di La Valletta alle 21:17 del 14 agosto 2019 - Se aveste proceduto verso il vostro porto d’origine sareste già sbarcati".
Le autorità maltesi, rivolgendosi agli attivisti dell'Ong spagnola, avrebbero anche usato il verbo "bighellonare" per descrivere l'azione che in quel momento la nave Open Arms stava compiendo all'interno delle acque Sar di competenza di La Valletta.
La posizione della Procura
Così come appreso da AdnKronos, la Procura di Palermo si è opposta a tutti i documenti prodotti dalla difesa di Matteo Salvini e consegnati in cancelleria nei giorni scorsi. Questo perché, stando sempre alle fonti dell'agenzia, i magistrati del capoluogo siciliano avrebbero ritenuto "relativi a un periodo precedente" le carte depositate dai legali dell'ex ministro dell'Interno. In aula, la Procura di Palermo è rappresentata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunta Marzia Sabella e dal pm Geri Ferrara.
I magistrati palermitani hanno anche chiesto di produrre la condanna, emessa dal comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite nei confronti di Roma il 29 gennaio scorso, per "non avere agito tempestivamente in relazione ad un evento sar verificatosi al di fuori delle acque territoriali italiane". Una condanna riferita al comportamento tenuto dall'Italia in occasione di un naufragio verificatosi il 10 ottobre 2013.
Le dichiarazioni di Salvini in aula: "Anche Conte era informato"
In mattinata, poco prima di recarsi nell'aula bunker dove si terrà l'udienza, su Facebook Matteo Salvini ha postato una foto da Palermo: "Buongiorno e buon sabato da Palermo, Amici - ha scritto Salvini - Pronto all’udienza in tribunale come “sequestratore di persona”: ieri, oggi e domani sempre a difesa dell’Italia".
Poi, poco dopo le 11:30, l'ex ministro dell'Interno ha preso la parola durante l'udienza per delle dichiarazioni spontanee: "Il mio mandato è stato caratterizzato da risultati in termini di vite umane salvate e di diminuzione del numero di sbarchi - ha dichiarato il segretario del carroccio - Il caso Open Arms si inserisce tra i passi di attuazione della linea politica anche l'adozione dei decreti sicurezza, in particolare del decreto di sicurezza bis, che approvammo al Consiglio dei ministro dell'11 giugno 2019 e che prevedeva il potere di disporre il divieto di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale".
"Si trattava di provvedimenti adottati dal ministro dell'Interno - ha poi proseguito Salvini - quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del Consiglio dei ministri". Con quest'ultima frase, il leader del carroccio ha chiamato in causa dunque anche l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Nel corso delle sue dichiarazioni, Salvini ha inoltre dato la sua ricostruzione dei fatti sulla vicenda Open Arms: "Il comandante della Open Arms rifiutò di trasbordare 39 migranti, in area Sar maltese, su un assetto navale de La Valletta - ha dichiarato l'ex ministro - Giorni dopo, il 18 agosto 2019, le autorità spagnole assegnarono a Open Arms un porto di sbarco ad Algeciras. Il comandante rifiutò questa soluzione. La Spagna diede allora disponibilità presso il porto spagnolo più vicino (Palma di Maiorca) e l'Italia si offrì di scortare la Open Arms con una propria nave, dove trasbordare i migranti ancora a bordo. Anche la Spagna comunicò l'invio di una propria nave a supporto. Il comandante rifiutò anche questa soluzione".
"L'Italia non si è mai sottratta - ha poi proseguito Salvini - né in questo caso né in nessun altro, al dovere di prestare tutta l'assistenza che era necessaria alle persone che ne avevano bisogno. Anche la Ministra Lamorgese ha adottato le stesse modalità operative che adottavo io".
Alle affermazioni di Salvini ha risposto, in fase di discussione, la procuratrice aggiunta Marzia Sabella: "Il rifiuto dei pos spagnoli è legittimo - ha dichiarato il magistrato - Anche perché sono arrivati in ritardo, quando la nave Open Arms era in prossimità di Lampedusa.
Accolte richieste di difesa e procura
Dopo una breve camera di consiglio, il Gup Lorenzo Jannelli ha accolto le richieste sia dei difensori di Matteo Salvini che della Procura di Palermo. Dunque tutti gli atti depositati dalla difesa nei giorni scorsi sono stati inseriti nel procedimento, al pari anche della sentenza del comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite contro l'Italia del 29 gennaio 2021.
Le parti civili
Prima di oggi erano 18 le parti civili ammesse nel procedimento. Tra queste, anche l'Ong Mediterranea Saving Humans e l'Arci Sicilia. Nel corso dell'udienza odierna, sono state ammesse anche l'Ong Emergency e il comune di Barcellona. L'intenzione dell'ente della città catalana di unirsi alle altre parti civili è emersa il 27 gennaio scorso, quando il sindaco Ada Colau ha visitato la nave Open Arms ancorata in quel momento proprio a Barcellona.
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— Open Arms IT (@openarms_it) January 27, 2021
Il Consiglio Comunale di Barcellona ha deciso di costituirsi parte civile nel processo che si terrà contro l’ex Ministro degli Interni, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.
In aula l'avvocato del comune spagnolo ha indicato, durante l'odienza odierna, le motivazioni che hanno spinto l'ente a formulare la richiesta: "Il sostegno del comune di Barcellona a Proactiva Open Arms - avrebbe dichiarato in aula il legale - non era soltanto morale ma anche economico". Dunque, dalle casse del comune sarebbero usciti anche soldi a favore dell'Ong spagnola.
A costituirsi parte civile è stato anche il comune Palermo, città che sta ospitando il procedimento. E non sono mancate polemiche per la scelta del sindaco Leoluca Orlando, visto che proprio il comune del capoluogo siciliano in altre occasioni non è stato così solerte.
Il 3 dicembre 2020 ad esempio, una sentenza ha condannato alcuni imputati per mafia a risarcire le parti civili con 155mila Euro. Tra queste c'erano diversi comuni della provincia di Palermo, quali Villabate, Misilmeri e Ficarazzi, mentre mancava proprio il capoluogo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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