Non si placano rabbia e polemiche per la chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, il più grande d’Italia dopo quello di Mineo, in Sicilia.
Stamattina, secondo quanto riporta Repubblica, altri 75 migranti si preparano a lasciare la struttura per essere trasferiti nei Cas di diverse regioni italiane. Per il ministro dell’Interno, che rivendica la decisione, effetto del decreto sicurezza, si tratta di un risparmio di 6 milioni di euro. Ma i parlamentari Dem parlano di "deportazione" e ieri quasi 500 persone, tra cui il sindaco e il parroco della cittadina sono scesi in piazza per protestare contro le modalità dei trasferimenti. "Li hanno caricati come pacchi sugli autobus, senza precisare la destinazione", ha detto il portavoce della cooperativa sociale Auxilium, che fino ad ora ha gestito il centro dando lavoro ad oltre 100 persone, e che ora teme per le sorti dei propri dipendenti.
Il primo cittadino, Riccardo Travaglini rivendica dieci anni di lavoro per l’integrazione: progetti culturali e di volontariato che non avranno più seguito. "Non si possono sbattere le persone in messo alla strada", ha tuonato il sindaco. Ai migranti ospiti del centro si era inchinato anche Papa Francesco, il 24 marzo del 2016, per la lavanda dei piedi nella messa in Coena Domini. Ma per il capo del Viminale nei maxi centri come quello di Castelnuovo, Bagnoli, Mineo, si moltiplicherebbero soltanto “sprechi e reati”. Nessuna integrazione, insomma. Ecco perché il Cara chiuderà i battenti. “Siamo arrivati a fare una scelta: se rinnovare il contratto di affitto, oppure liberare altre strutture nel Lazio – ha spiegato Salvini a Radio Anch’io - questo è il ragionamento che fa un buon ministro, chiudere una struttura sovradimensionata, risparmiando i 6 milioni di affitto e gestione annua”.
“Gli ospiti saranno trasferiti con gentilezza in altre strutture”, ha assicurato rispondendo alle critiche delle ultime ore, ma, precisa, “chi non ha diritto a stare in Italia deve andare via”. “Chi era abusivo prima è abusivo anche adesso”, ha tagliato corto Salvini. “Se la richiesta - ha spiegato - è quella di trovare una sistemazione a chi non ha diritto a stare in Italia, la risposta è no”. “Ci sono delle leggi e delle regole, rispettate in tutti i Paesi del mondo: chi ha diritto viene ricollocato in altre strutture, con diritto a vitto, alloggio, sanità, istruzione – ha proseguito - se la domanda di asilo verrà accolta, resteranno in Italia e saranno i benvenuti, altrimenti cominceranno le pratiche per l'espulsione”.
«Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23,34) #castelnuovodiporto @AuxiliumCoop @matteosalvinimi @luigidimaio @GiuseppeConteIT @Quirinale @Montecitorio @SenatoStampa pic.twitter.com/KLlHOfx0OM
— San Francesco Assisi (@francescoassisi) 22 gennaio 2019
E non manca una stoccata a quella parte della chiesa schierata in difesa dei migranti. Parole di condanna erano arrivate ieri sera dal parroco di Castelnuovo, Josè Manuel Torres, mentre i frati della basilica di San Francesco di Assisi avevano condannato la chiusura del centro citando il Vangelo.
“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”, hanno scritto i francescani in un tweet rivolto al premier Giuseppe Conte. “Spero che questi preti che mi vogliono mandare all'inferno, aprano il portafogli e diano una mano”, ha replicato il vicepremier e leader leghista.
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