Catturato l'evaso Domenico Cutrì

Domenico Cutrì stava dormendo quando i carabinieri hanno fatto irruzione in un appartamento al piano terra di una palazzina in costruzione. Aveva con sé una pistola

Catturato l'evaso Domenico Cutrì

Le teste di cuoio dei carabinieri del Gis l'hanno preso di notte, mentre stava dormendo. Domenico Cutrì, l'ergastolano fuggito dal tribunale di Gallarate (Varese) dopo una sanguinosa sparatoria, è stato catturato poco lontano dalla zona in cui era iniziata la sua fuga. Aveva con sé una pistola 375 Magnum ma non ha fatto in tempo a usarla. A individuare il covo i carabinieri di Varese, Milano e del Ros (Raggruppamento operativo speciale). Il blitz è avvenuto in piena notte, alle 3.35. Gli uomini dell'Arma hanno fatto irruzione in un appartamento disabitato al piano terra di una palazzina in ristrutturazione di Inveruno (Milano). Con Cutrì si trovava Luca Greco, 35 anni, pregiudicato, fermato con l’accusa di aver fatto parte del commando che lunedì scorso ha liberato il detenuto. Si trovavano lì da 4-5 giorni. Oltre alla pistola nell'appartamento c'erano anche alcune dosi di marijuana, pasta, riso, farina, pane, biscotti, merendine, bottiglie d’acqua e di latte: rifornimenti per proseguire il più a lungo possibile la latitanza. Magari in attesa di una nuova fuga, anche se difficile vista alla massiccia caccia all'uomo messa in atto dalle forze dell'ordine. Niente tv né radio. Sul pavimento del nascondiglio erano sparsi diversi quotidiani con le pagine di cronaca sulla fuga di questi giorni. L'ergastolano dormiva su alcuni cuscini gettati sul pavimento.

Di chi era la casa

L’appartamento era stato messo a disposizione dell’evaso da un piccolo imprenditore della zona, Franco Cafà, 35 anni, arrestato ieri dai carabinieri a Buscate (Milano) con l’accusa di favoreggiamento. Nel covo mancavano luce, acqua e gas. Per cucinare i due uomini utilizzavano un fornelletto da campeggio, e dormivano su due brandine in una delle stanze.

La cattura

Sabato mattina i carabinieri avevano stretto il cerchio attorno all'ergastolano, individuando due basi logistiche utilizzate e poi abbandonate dai criminali che ne aveva favorito l'evasione. Si trattava di un'abitazione di corte a Gallarate e di una villetta a Cellio, frazione Viganallo di sotto; erano state impiegate rispettivamente come deposito di armi ed equipaggiamenti prima dell'evasione e come rifugio dell'intero gruppo criminale a seguito del blitz. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate, a Gallarate, oltre 100 cartucce calibro 22, targhe rubate di autovetture, parrucche, una paletta del tipo in uso alle forze di polizia, il libretto di circolazione della Nissan utilizzata nell'evasione. A Cellio, invece, è stata trovata una gran quantità di indumenti e documentazione riconducibile a tutto il nucleo familiare dell'evaso e al gruppo criminale già fermato. Tanti piccolo tasselli che, messi uno accanto all'altro, hanno permesso agli inquirenti di catturare l'evaso.

Un testimone: ho avuto paura

"Ho sentito un forte rumore, nel pieno della notte, e mi sono svegliato: poi mi sono affacciato alla finestra e ho visto i carabinieri che facevano irruzione". È il racconto di un pensionato che vive nell’appartamento di fianco alla palazzina dove si trovava il covo dell’evaso. "Ho avuto molta paura - ha proseguito -. Non mi sarei mai aspettato che l’evaso si nascondesse proprio di fianco a casa mia, non ho mai sentito rumori strani e, solo una volta, ho visto una persona che portava all’interno uno scatolone con dei generi alimentari".

La tecnica dei "rami secchi"

Per la cattura di Cutrì i carabinieri hanno messo in atto la cosiddetta "tecnica dei rami secchi", ossia il tentativo di eliminare a poco a poco gli appoggi dei complici. A spiegarlo in conferenza stampa, a Varese, è Loris Baldassarre del Reparto operativo dei carabinieri. "Era stato costretto a fuggire dal suo primo covo", cioè quello di Celio, in Piemonte, dove sono stati arrestati tre complici del commando. Lo sforzo operativo è stato "di assoluto rilievo" e la ricostruzione è stata fatta "in tempi molto brevi per la pericolosità dei soggetti coinvolti".

Il comandante dei carabinieri di Varese, Alessandro De Angelis, ha detto che c'era il rischio che Cutrì potesse scappare: "In pochi secondi i militari hanno immediatamente immobilizzato l'evaso e un'altra persona che era con lui. Era pericoloso perchè con sè aveva una pistola 350 pronta all'uso".

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