La Cei: "Sconcerto tra i fedeli per le accuse a Papa Francesco"

Il portavoce della Cei si è espresso sul caso del "dossier Viganò". Gli attacchi interni alla Chiesa, secondo la visone di don Maffeis, diffonderebbero sconcerto tra i fedeli

La Cei: "Sconcerto tra i fedeli per le accuse a Papa Francesco"

"Tra la gente, anche delle nostre comunità parrocchiali, si respira lo sconcerto per la confusione e per gli attacchi che vengono all'interno dalla comunità ecclesiale". A pronunciare queste parole è stato don Ivan Maffeis, che è il direttore dell'Ufficio nazionale comunicazioni sociali della Cei, attraverso un'intervista rilasciata a Inblu Radio.

Il memoriale di monsignor Carlo Maria Viganò continua a far parlare di sè. Undici pagine all'interno delle quali è stato anche accusato Papa Francesco. Il pontefice argentino, secondo quanto sostenuto dall'ex nunzio apostolico, sarebbe stato a conoscenza dei comportamenti del cardinale Theodore McCarrick, ora scardinalato, ma non avrebbe fatto nulla. Accuse che sono state smentite da più parti anche per mezzo di quelle che sarebbero delle incogruenze evidenti all'interno del documento. La Santa Sede, per ora, ha deciso di non rispondere in via diretta. Bergoglio stesso ha chiesto ai giornalisti di giudicare da soli sulla base di quanto pubblicato.

Maffeis ha invece scelto di esprimersi sul caso: "Non hanno mai creato problemi - ha specificato il portavoce della Cei - le tensioni che nascono fuori, le persecuzioni e le ostilità che la Chiesa ha incontrato nel mondo. Questa stagione ci sta portando, forse più di altre, a misurarci con tensioni che invece implodono dentro la Chiesa e dividono. Il Papa diceva: 'La verità è mite', qui invece stiamo tutti gridando". Uno dei problemi, quindi, sarebbe costituito dalla natura di questi attacchi, tutti interni alle istituzioni ecclesiastiche.

Proprio durante la mattinata di oggi, inoltre, il pontefice ha ribadito come il cuore dell'uomo sia un campo di battaglia, un terreno dal quale deve uscire trionfante lo spirito di Dio, che conduce l'uomo

alle "opere buone", alla "carità" e alla "fraternità". Un secondo spirito, quello "del mondo", lo stesso al quale bisogna direun secco "no", porta dritto "verso la vanità, l'orgoglio, la sufficienza e il chiacchiericcio".

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