I virus non infettano soltanto le persone fisiche, a volte si fanno largo anche nelle strutture e nei sistemi di comunicazione. Così capita che la Lombardia vada in tilt proprio nei campi in cui dovrebbe eccellere, quello dell'organizzazione e dell'efficienza.
Ancora mancano vaccini a sufficienza, questo è noto, e sul tema i lombardi pagano più di altri gli errori - vivendo nella regione più popolata e con la più alta densità abitativa - del governo centrale e dell'Europa. Ma questo non può giustificare, e neppure spiegare, i problemi quotidiani che sta incontrando la campagna di vaccinazione, problemi che hanno fatto drizzare i capelli e sbottare pubblicamente sia Guido Bertolaso (commissario) che la neo vicepresidente con delega alla Sanità Letizia Moratti.
Appare paradossale che la Regione oggettivamente più moderna e tecnologica del Paese debba esautorare la sua società di informatica «Aria», nata nel 2019 per fusione di altre tre società pubbliche, e incaricare un ex carrozzone pubblico oggi azienda leader - le Poste - di gestire l'organizzazione della macchina vaccinale per provare a venire fuori dal caos.
Quale sia il virus - tecnologico o umano - che ha infettato la Regione Lombardia, non è ancora dato sapere. Dall'inizio della pandemia - che qui ha avuto il suo cratere - le strutture tecniche sono state molto sotto pressione e quelle politiche al centro di un linciaggio mediatico vergognoso e immorale, oltre che di un'ostilità subdola del precedente governo. Ma qui è successo qualche cosa di più, io non escluderei che la guerra si sia spostata in casa dopo l'innesto in corsa di due corpi estranei ai delicati equilibri del Pirellone, due eccellenze assolute quali sono Guido Bertolaso e Letizia Moratti, che sono andati ad affiancare il presidente Attilio Fontana, suscitando probabilmente invidie e gelosie.
In altre parole, io non penso che la Lombardia non sia in grado di organizzare una decente campagna di vaccinazione, non è possibile neppure pensarlo.
E allora vuole dire che qualcuno nell'ombra sta facendo un gioco sporco, ma qualsiasi sia il motivo che l'ha generato, da qualsiasi parte politica o tecnica arrivi, questo boicottaggio deve finire subito. Certi giochini sulla pelle dei cittadini non sono accettabili. Ovunque, a maggior ragione in Lombardia.
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