Da lavoratori in nero agli imprenditori, passando per persone con precedenti penali e artisti. La lista dei "furbetti"del RdC (reddito di cittadinanza) è estremamente variegata, non solo a livello geografico ma anche nella tipologia di persone che hanno cercato di accedere alla misura di sostegno fortemente voluta dal M5S pur non avendo i requisiti richiesti.
La compagine governativa, con il cambio della componente leghista con quella democratica, aveva preannunciato controlli a tappeto per la verifica del possesso dei criteri per ricevere il sostegno economico e, nei fatti, i controlli sono iniziati e ciò che emerge, purtroppo, non è per nulla incoraggiante e costringe ad una riflessione sulla modalità di assegnazione del RdC. Difatti, pur di incassare la cifra che poteva arrivare a 780 euro, in tanti hanno fatto di tutto, compreso quello di uscire dalla legalità. Così dalle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza nelle varie città italiane, a partire da Milano e Siracusa, passando per Torino, Roma, Napoli e Cosenza, quello che emerge è poco edificante.
È vero che l'Inps una prima scrematura dei richiedenti l'aveva fatto, come evidenzia il Corriere della Sera in un'inchiesta, rifiutando una richiesta su 5 in alcune regioni, come in Campania, mentre in Lombardia ne aveva rifiutato circa un terzo. Troppo poco, evidentemente, se si analizzano i dati successi derivati dalle azioni di controllo. L'ispettorato generale del lavoro, ad esempio, nella prima fase di verifica avvenuta a giugno, aveva immediatamente trovato 185 persone che ricevevano il RdC senza averne diritto. Tra questi controlli un furbetto era stato trovato a bordo di una Porche Macan (oltre 60mila euro di automobile) e con 600 euro in contati nel portafogli. Difficile credere che i suoi beni siano stati frutto dei risparmi del reddito di cittadinanza. Tra i furbi ci sono anche antanti neomelodici, fotografi, imprenditori, venditori ambulanti, negozianti, pasticceri, pregiudicati e lavoratori in "nero".
Tra i profili controllati c'è anche il 70enne che, a Rimini, aveva deciso di dichiarare solo la pensione sociale dimenticandosi di dichiarare le proprietà immobiliari oltre ad un albergo (attualmente non attivo) del valore commerciale stimato superiore agli 800 mila euro. Poi c'è una donna, di origine libanese, che aveva simulato una separazione dal coniuge per non indicarne il reddito da oltre 120mila euro. A Torino, invece, una badante di origine rumena aveva ottenuto il reddito di cittadinanza ma perché non aveva dichiarato il reddito dei precedenti quattro anni di lavoro: 140mila euro.
Nel quartiere Ponticelli, a Napoli, invece, è stato registrato un anomalo record di acquisti di bottiglie di Dom Perignon da 150 euro. Strano, se si considera che dall'ultima indagine della Guardia di Finanza in quell'area la GdF ha scovato numerosi furbetti del sussidio di Stato.
La legge prevede pene fino alla reclusione, da 2 a 6 anni, per chi presenti dichiarazioni mendaci o con omissione di informazioni.
Prevista anche la reclusione da 1 a 3 anni per l'omessa comunicazione all’Inps delle variazioni di reddito, del patrimonio o del nucleo familiare, oltre a quelle informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o della revoca del sussidio al beneficiario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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