Chioggia, migranti in rivolta per la carta igienica. Pugno ad un operatore

I richiedenti asilo ospitati all’hotel Bragosso fanno esplodere la protesta. Poi la mattina si barricano nell'albergo diventato struttura di accoglienza

Chioggia, migranti in rivolta per la carta igienica. Pugno ad un operatore

Mercoledì sera è esplosa la protesta. Poi giovedì mattina i migranti si sono barricati nel centro di accoglienza "Al Bragosso" di Sant' Anna di Chioggia. Una rivolta scoppiata, a quanto pare, a causa di un disguido sulla carta igienica o sui fazzoletti. Ma che fonda le sue radici su altre problematiche sorte all'interno della struttura per profughi.

"Chiediamo che cambi la gestione, perché queste persone non ci vogliono vedere felici", hanno detto i migranti al Corriere del Veneto. I profughi si sono barricati all'interno dell'hotel chiedendo un incontro con il prefetto. Sul posto è arrivata la polizia e in tarda mattinata anche il prefetto vicario, Sebastiano Cento.

Secondo quanto scrive il Corriere, e come dimostrato in un video (guarda), mercoledì sera un operatore della cooperativa e i migranti sarebbero arrivati al contatto fisico. Tutto sarebbe nato dalla richiesta di un immigrato, il quale chiedeva una decina di fazzoletti contro il solo fornito dalla coop "Nuovo Mondo". Non è chiaro chi abbia dato il via alla collutazione, di certo c'è che l'operatore è stato colpito al volto con un pugno mentre i migranti sostengono che il figlio del gestore abbia bastonato il profugo a causa di quella richiesta.

"Non vogliamo mai più che un operatore metta le mani addosso a uno di noi - ha detto il capo della rivolta a La Nuova Venezia, chiedendo l'allontanamento del figlio del gestore - Quando c’è un piccolo problema lui prende un ferro… come un bastone… è vero che siamo migranti, ma siamo animali? Noi prendiamo 65 euro al mese, dobbiamo pagarci la scuola (20 euro) e anche metà medicine".

Ed è proprio questo il punto. La cooperativa, infatti, avrebbe deciso di dividere le spese mediche con gli stessi richiedenti asilo. "Vivono in un mondo a parte, tanti non sanno nemmeno perché protestano", ha spiegato al Corriere Roberto Pagan, proprietario dell' hotel. Mentre una operatrice, Elena Favaretto, ha fatto notare: "Ci dicono: ho una gamba più corta dell' altra, voglio che venga allungata! L' operazione non ha nulla a che vedere con la vita della persona, basterebbe un tacchetto". Diversa la posizione di un nigeriano di 36 anni: "Avevo un dolore alla gamba la cooperativa mi ha fatto pagare metà della visita, 15 euro. I dottori mi hanno detto che avrei dovuto fare fisioterapia, la cooperativa mi ha risposto che se la voglio, devo pagarmela".

Sulle condizioni

della struttura il prefetto vicario ha promesso verifiche ispettive. I migranti infatti lamentano di dover condividere in sei una stanza, di avere le camere "non pulite" e anche mancanze di "riscaldamento e acqua calda".

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