E' davvero un triste epilogo quello della storia della "spiaggia fascista" di Chioggia, finita sotto sequestro giudiziario da lunedì sera per un presunto abuso edilizio, secondo la ricostruzione ipotizzata dalla procura della Repubblica di Venezia.
Il lido di "Playa Punta Canna" era salito agli onori delle cronache nazionali per la presenza di cartelli, slogan e ogni sorta di riferimento ispirati al regime fascista e alla figura di Benito Mussolini. Uno stile decisamente insolito, che era riuscito a spaccare l'opinione pubblica e aveva senza dubbio contribuito a fare discutere.
Protagonista indiscusso, l'ex gestore Gianni Scarpa, che della "Playa Punta Canna" era l'indiscusso volto pubblico. Tuttavia l'estate del 2018, dopo tanta celebrità, si apre nel peggiore dei modi per la "spiaggia fascista".
Lunedì scorso, riferisce il quotidiano locale La Nuova Venezia, i carabinieri della forestale di Mestre si sono presentati al lido e hanno posto i sigilli agli impianti dello stabilimento balneare, in esecuzione di un'ordinanza del pm del capoluogo lagunare Massimo Michelozzi.Nel mirino della procura veneziana c'è l'allargamento dello stabilimento a un'area che non sarebbe in concessione. L'ipotesi sarebbe proprio quella di abuso edilizio.
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