"Rigoristi" e "tolleranti": così il Cts si è spaccato

Dopo oltre tre ore di discussione il Comitato tecnico scientifico per la prima volta non è unito

"Rigoristi" e "tolleranti": così il Cts si è spaccato

Per la prima volta il Cts si è spaccato sulla decisione o meno di chiudere palestre e piscine. Il nuovo Dpcm è riuscito a dividere il Comitato tecnico scientifico dopo oltre tre ore di discussione.

Il Cts si spacca

Nel verbale consegnato al governo non è infatti seguita una linea unica ma vi è spazio per le diverse posizioni prese dagli esperti. E se il Cts si spacca su un argomento non di vitale importanza ai fini della gestione della pandemia, qualcosa non torna.

Come sottolinea il Corriere, la divisione è tra coloro che vogliono maggiori restrizioni e quelli che invece pensano non sia opportuno fermare tutte le attività. Che poi è il riflesso di quello che già avviene nella maggioranza di governo.

Domenica scorsa alle 17 il Cts ha ricevuto da Palazzo Chigi la richiesta di pronunciarsi sull’opportunità o meno di chiudere piscine e palestre. Da una parte c’è il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che, insieme ai ministri Francesco Boccia degli Affari regionali e alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, si oppone alla chiusura. Dall’altra ci sono invece Roberto Speranza, ministro della Salute e Dario Franceschini, ministro dei Bani culturali, ben intenti a chiudere sia piscine che palestre. In mezzo ai due fuochi il premier Giuseppe Conte che cerca di barcamenarsi tra i due schieramenti.

Il dibattito tra pro e contro

A prendere per primo la parola è Achille Iachino che propende per la chiusura. Dopo aver analizzato i dati e aver ascoltato altri pareri, parla Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto di Speranza che, seppur a titolo personale, chiede al Cts di chiudere le attività sportive. Concordi tutti i vertici della Salute, i presidenti dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e del Consiglio Superiore Franco Locatelli, e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito. Dall’altra parte i tecnici, quali Agostino Miozzo, Fabio Ciciliano e medici come il professor Ranieri Guerra, Massimo Antonelli, primario del Gemelli, e Nicola Sebastiani, ispettore della Sanità Militare. Ciciliano avverte: “Se chiudiamo le palestre, come facciamo a lasciare aperte le sale Bingo?”. A rispondere Ippolito che sottolinea come sia necessario eliminare tutto ciò che non è necessario. Della stessa idea anche il direttore del Dipartimento Medicina dell’Inail, Sergio Iavicoli. Miozzo chiede maggiori controlli, dato che proprio il Cts ha validato i protocolli di sicurezza.

Oltre tre ore di discussione

E così per oltre 3 ore. Finché, verso le 19.30, è ormai chiaro che non si arriverà a una decisione condivisa e viene quindi deciso di scrivere nel verbale da consegnare al governo i fatti come sono avvenuti, dando spazio alle varie prese di posizione. Ossia, viene ribadita l’importanza dell’attività fisica come determinante per la salute, che va però tutelata in un giusto equilibrio con le politiche di contrasto e controllo della pandemia. Senza dimenticare di evidenziare i rischi “dell’attività fisica aerobica svolta in ambiente chiuso senza l’utilizzo della mascherina”, oltre alla situazione che si verifica all’interno degli spogliatoi e delle docce.

Viene suggerita infine “una temporanea sospensione delle attività di uso di piscine e palestre nel principio di massima cautela raccomandando un adeguamento alle linee guida”. Il presidente del Consiglio decide di tenere aperto, con però una settimana di tempo per riscrivere i protocolli. Fatto sta che per la prima volta il Cts si è spaccato in due.

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